Fiorello: “Senza Pippo Baudo chi insegnerà ai giovani di oggi a fare la tv?”

All’uscita dalla camera ardente, Fiorello traccia un ritratto amano e professionale di Pippo Baudo, partendo dalle comuni origini siciliane fino all’importanza del conduttore per la televisione e soprattutto per la Rai. E si chiede: “Ora chi insegnerà ai giovani di oggi a fare la tv?”
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Fiorello e Pippo Baudo insieme nel 2019
Fiorello e Pippo Baudo insieme nel 2019

"La televisione, ma soprattutto la Rai, deve moltissimo a Pippo Baudo. Dovrebbero sostituire il cavallo di via Mazzini con la statua Pippo Baudo". Sono queste le parole che Rosario Fiorello ha pronunciato una volta uscito dalla camera ardente del Teatro delle Vittorie a Roma.

Dalla morte di Pippo Baudo il 16 agosto, volti noti e amici del gigante della televisione hanno condiviso i propri ricordi ed emozioni. Il soccorritore del 118 che l'ha portato in ospedale per l'ultimo viaggio ne ha ricordato l'umanità, mentre Fiorello si è soffermato sull'eredità storica lasciata alla Rai e a tutti i siciliani.

Dopo le dichiarazioni commosse ai giornalisti, Fiorello ha lasciato il teatro delle Vittorie e, secondo quanto apprende Fanpage.it, non sarà ai funerali di Pippo Baudo.

Fiorello commosso: "Ci salutavamo sempre in siciliano"

All'uscita dalla camera ardente, Fiorello si è fermato con i giornalisti ai quali ha regalato un ritratto commosso dell'amico e collega, del quale ha ricordato le comuni origini siciliane. Baudo era nato infatti a Militello in Val di Catania, e dalla cittadina di appena 6mila abitanti ha scalato le vette più alte della televisione italiana.

"Per noi siciliani è stato sempre vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo – racconta Fiorello – Per noi ragazzi, sapere di essere siciliani come Pippo Baudo era un vanto. Lo seguivamo più degli altri in Italia perché lui faceva anche Antenna Sicilia, il Festival della canzone siciliana, programma che faceva il 100% d'ascolto".

Ma l'amore per la loro terra emergeva anche nel privato: "Lo chiamavo con un'espressione siciliana molto forte, e lui rispondeva con un'altra abbastanza forte: ‘Suca'. Questo era il nostro rapporto".

L'eredità di Baudo: "La Rai gli deve moltissimo"

A domanda diretta sull'eredità di Pippo Baudo, Fiorello risponde di non essere lui il depositario: "Di tutto quello che potrei dirvi, Pippo è sempre un po' di più. Non è un semplice conduttore artistico, è qualcosa di più. Non c'è un aggettivo per dire cosa rappresenti per la televisione italiana, e soprattutto per la Rai. La Rai gli deve moltissimo. Dovrebbe sostituire il cavallo di via Mazzini con lui perché ha tracciato un solco enorme". E rifira la domanda sull'erede ai giornalisti stessi: "Ci ha insegnato senza voler insegnare. Ora mi chiedo chi insegnerà ai giovani di oggi a fare la tv?".

Ricordando le storiche trasmissioni di Baudo Fiorello ne sottolinea il valore storico, in polemica con la televisione di oggi e con il predominio dei contenuti pensati per i social: "Mi sono chiesto: dove stiamo andando? Dove sta andando la televisione? Adesso siamo presi dalla velocità, dai video sui cellulari che durano trenta secondi e abbiamo perso di vista la grande televisione di cui Pippo Baudo è stato l'artefice".

Infine, il saluto commosso: "Baudo ha unito alla perfezione il fattore umano, un'umanità cha ha inserito nella perfezione del grande varietà, che a questo punto torniamo a fare. Non vorrei che si perdesse quello che Baudo ha creato".

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