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Dan Schneider fa causa ai produttori di Quiet on Set: “Non sono un molestatore di minori”

Dan Schneider ha intentato una causa per diffamazione contro “Quiet on Set”, la docuserie che denuncia gli abusi sulle teen star di Nickelodeon.
A cura di Eleonora Di Nonno
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Il produttore televisivo Dan Schneider ha intentato una causa per diffamazione contro i creatori di "Quiet on Set", la docuserie che racconta le violenze subite dalle teen star sui set di Nickelodeon, nel periodo in cui Schneider fu il produttore di punta.

"Dichiarano falsamente che Schneider è un molestatore sessuale di minori"

Nei cinque episodi di Quiet on Set: The Dark Side of Kids TV ex attori ed ex collaboratori di Nickelodeon denunciano Dan Schneider per comportamenti inappropriati, mobbing e la presenza di sketch con minori eccessivamente sessualizzati. Al centro della docuserie c'è anche il racconto di Drake Bell, l'attore abusato sessualmente da Brian Peck, il dialogue coach che lavorava con lui e con altri bambini che è stato arrestato nel 2003. Schneider aveva risposto alle accuse dei suoi ex dipendenti con un video su YouTube in cui si scusava: "Ora ci sono alcuni adulti che guardano gli show vent’anni dopo attraverso il loro punto di vista e dicono: “Non penso che sia appropriato per i bambini”. Non ho alcun problema a questo riguardo. Se qualcuno la pensa così, eliminiamo quelle battute dallo show, proprio come avrei fatto vent’anni fa". Il produttore contesta le scene della serie che "dichiarano o implicano falsamente e ripetutamente che Schneider è un molestatore sessuale di minori".

"Schneider sarà il primo ad ammettere che parte di ciò che hanno detto è vero"

Nella causa depositata dagli avvocati di Schneider presso la Corte Superiore di Los Angeles, si legge: "Schneider sarà il primo ad ammettere che parte di ciò che hanno detto è vero. A volte era cieco di fronte al dolore che alcuni dei suoi comportamenti causavano ad alcuni colleghi, subordinati e membri del cast. Si pentirà ed espierà questo comportamento per il resto della sua vita. Ma non è un molestatore sessuale di minori". Tra gli imputati elencati nel caso ci sono Warner Bros, Discovery, Maxine Productions, Sony Pictures Television, Mary Robertson ed Emma Schwartz (che hanno diretto la serie). Per i legali di Schneider il grande successo della docuserie ha fatto sì che un gran numero di spettatori deducesse erroneamente che Dan Schneider fosse un molestatore di bambini, portando a un danno alla reputazione, alla carriera, agli affari e alla sfera emotiva.

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