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Clizia Incorvaia prosciolta: Sarcina l’aveva accusata di postare la figlia sui social senza il suo consenso

Francesco Sarcina, cantante delle Vibrazioni, aveva denunciato Clizia Incorvaia per aver postato foto della figlia Nina sui social senza il suo consenso: il giudice ha emesso sentenza di non luogo a procedere.
A cura di Sara Leombruno
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Clizia Incorvaia è stata prosciolta al termine dell’udienza predibattimentale del 17 dicembre nel processo che la vedeva coinvolta insieme all’ex marito Francesco Sarcina, cantante dei Le Vibrazioni. La modella e influencer era stata accusata di trattamento illecito di dati personali per aver pubblicato sui suoi profili social alcune immagini della figlia minorenne senza il consenso del padre.

La decisione del giudice sul caso Incorvaia

La vicenda aveva fatto molto discutere perché coinvolgeva questioni delicate legate alla privacy dei minori e all’uso dei social da parte dei genitori. La denuncia era stata presentata dallo stesso Sarcina, che sosteneva come la pubblicazione delle foto potesse violare i suoi diritti di padre e i limiti stabiliti in sede di separazione. A seguito degli accertamenti della procura di Roma, Clizia Incorvaia era stata citata direttamente a giudizio, con il rischio di affrontare un processo penale per una vicenda che aveva già scosso l’opinione pubblica. Durante l’udienza del 17 dicembre, però, la Procura ha chiesto il proscioglimento della influencer, richiesta che il giudice ha accolto emettendo una sentenza di non luogo a procedere. Secondo i magistrati, nei fatti contestati non sussistono gli estremi per configurare il reato di trattamento illecito dei dati personali.

L'influencer non potrà postare altre foto della minore senza il consenso del padre

Nonostante il proscioglimento penale, rimane in vigore un provvedimento civile: il tribunale aveva infatti già stabilito che Clizia non può pubblicare foto della figlia senza il preventivo consenso del padre, una misura pensata per tutelare la bambina e garantire il rispetto dei diritti di entrambi i genitori. Il legale di Sarcina, l’avvocato Maria Paola Marro, ha spiegato all’Adnkronos che si attenderanno le motivazioni della decisione, sottolineando che il caso penale si chiude qui, mentre la tutela civile resta pienamente vigente. Con questa decisione, quindi, si conclude il capitolo penale della vicenda, che aveva attirato l’attenzione dei media e del pubblico per la delicatezza del tema: la gestione dell’immagine dei figli minorenni sui social e i limiti tra libertà di espressione e diritto alla privacy.

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