
La morte di Pippo Baudo mette fine a un'era della Tv e anche nelle redazioni dei giornali, almeno di quella di Fanpage. Da anni, quando c'era da preconizzare una notizia sciagurata, un fatto eclatante e insuperabile per portata, la morte di Baudo è sempre stata in cima alla lista come l'ecatombe assoluta. Non per cattivo gusto verso Baudo o senso del macabro, anzi per una forma di rispetto, ho sempre pensato io. Riconoscere nella sua dipartita l'emblema del lutto assoluto a livello nazionale, con una sorta di Big Ben, significava riconoscergli la sua statura da gigante, onorarne implicitamente la grandezza totale, la sua caratura da primo della classe.
Cosi quando la notizia è arrivata davvero, in un sabato sera di metà agosto abitato da afa e temporali sparsi, nonché repliche televisive, è parso che quel coccodrillo giungesse come qualcosa di noto, già concepito nella testa e nell'anima anche se mai scritto. Passato lo choc iniziale devi iniziare a pensare chi sentire, come provare ad aggiungere qualcosa alla notizia che chiunque sta legittimamente già commentando, a tavola o sui social, per dare sfogo a un dispiacere che non può essere taciuto. Perché in fondo Pippo era Pippo, non serviva il cognome, ed è tra i pochi personaggi televisivi della storia e contemporanei che hanno goduto di questo privilegio. Chiunque sapeva chi fosse.
Nei minuti successivi al deflagrare della notizia provo ancora a mettere insieme le parole, raccogliere i pezzi di un fatto devastante per una persona che scrive di televisione nella speranza di riuscire, alle volte, a mettere insieme qualcosa di sensato per raccontarla. Come si fa ad andare oltre il concetto di pilastro, di un pezzo di storia che se ne va? L'aiuto arriva da Renzo Arbore, che sa sempre fare chiarezza. Mi era capitato di parlarci a pochi minuti dalla morte di Angela e anche in questo caso è stato cordiale quanto cruciale nell'aiutarmi a trovare le parole: "Pippo era la laurea della Tv. Troisi era mio amico, da me veniva, ma passava sempre prima da Pippo". La laurea della Tv. C'è veramente poco da aggiungere.
