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Tania Zamparo: ‘Bonolis fu importante per la vittoria di Miss Italia. Dovevo fare show con Baudo, Mirigliani disse no'”

La vincitrice del concorso di bellezza nel 2000 si racconta a Fanpage.it: “Feci le selezioni nelle Marche, ma non ero di quella regione. In quell’anno guadagnai 400 milioni di lire e mi comprai casa a Roma. Oggi vivo in Svizzera, la famiglia viene prima di tutto”.
A cura di Massimo Falcioni
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Fu la prima Miss del terzo millennio e del nuovo secolo. Un’incoronazione avvenuta nell’epoca in cui il concorso era davvero al centro della scena mediatica, con Rai 1 che dedicava all’appuntamento addirittura quattro prime serate. “Ringrazio Miss Italia perché mi permise di farmi conoscere in una fase in cui la kermesse era al massimo splendore”, riconosce Tania Zamparo a Fanpage.it.

Originaria di Roma, partecipò alla manifestazione all’età di 25 anni, dopo un lungo percorso da modella: “Iniziai con delle sfilate per ‘Donna sotto le stelle’ e con qualche comparsata in Rai, ma nulla di tutto questo mi aveva permesso di diventare nota al pubblico”.

Laureata in Lingue e Letterature Straniere, la Zamparo arrivò a Salsomaggiore senza aver ancora terminato gli studi: “In un primo momento mi ero iscritta a Giurisprudenza, però poi scoprii che quella facoltà non faceva per me. Cambiai e quando presi parte alla kermesse avevo appena ricominciato l’Università. La mia idea era quella di proseguire l’avventura di modella fino al completamento degli studi e trovare in seguito un’occupazione legata all’indirizzo che avevo scelto. Avrei voluto diventare insegnante, un mestiere che mi piaceva e mi piace tuttora moltissimo”.

Tania Zamparo nelle vesti di Miss Italia in carica nella casa del Grande Fratello.
Tania Zamparo nelle vesti di Miss Italia in carica nella casa del Grande Fratello.

Arriviamo all’estate del 2000. Come ti avvicinasti a Miss Italia?

L’organizzatore del concorso nel Lazio, Mario Gori, mi conosceva da tempo. Pur non essendo il mio agente, mi parlò di questa opportunità. Mi disse che sarebbe stata una bellissima vetrina e che avrei potuto vincere.

E tu?

Non avevo le stesse sue convinzioni. Non avevo mai pensato a questa eventualità, a tal punto che nemmeno sapevo cosa si dovesse fare per iscriversi. Ma a bloccarmi era un altro aspetto.

Quale?

In quella stessa estate avevo pianificato una vacanza a Porto San Giorgio e non avevo assolutamente intenzione di bruciare intere giornate per le selezioni. Senza contare che mi sentivo troppo grande, con un’età superiore alla media. Insomma, più continuavo a porre mille obiezioni e più lui insisteva. Fino a quando non tirò fuori la soluzione: ‘Le selezioni falle direttamente nelle Marche’.

Così fu e approdasti alle prefinali di San Benedetto del Tronto, proprio con la fascia di ‘Miss San Benedetto’.

Me la assegnò l’organizzatore Mimmo Del Moro, permettendomi di fatto di andare avanti. Senza quel riconoscimento non avrei superato gli step precedenti. Non ero nemmeno di quella regione, figurati. Mi vergognavo e mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Fortunatamente approdai a Salsomaggiore.

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Come erano le giornate di una aspirante Miss?

Fu una specie di servizio militare, con la differenza che Miss Italia durò solo un mesetto. Ci svegliavamo alle 6 e non andavamo a dormire prima di mezzanotte. Ci contavano in continuazione e all’appello non ci chiamavano per nome, bensì per numero. C’erano regole pazzesche.

Ossia?

Innanzitutto, c’era la volontà di salvaguardare le ragazze. A quei tempi le porte erano aperte pure alle minorenni e c’era la massima protezione. Inoltre, essendo più di 200 e avendo una marea di cose da fare, si tentava di svolgerle nel minor tempo possibile. Infine, facevano di tutto affinché fossimo completamente isolate. Non potevamo comunicare con nessuno dello staff. Nemmeno in bagno potevamo andare da sole.

Un’esagerazione.

Lo scopo era la tutela dell’obiettività. Si voleva fare in modo che le ragazze più sveglie non andassero ad arruffianarsi giurati o autori vari.

Durante la prima serata, al momento della presentazione, Fabrizio Frizzi sbagliò a pronunciare il tuo cognome.

Vero, pose l’accento sulla prima ‘a’ (ride, ndr). Fabrizio era una persona stupenda, non lo dimenticherò mai. Senza togliere nulla agli altri conduttori, posso affermare con assoluta certezza era perfetto per Miss Italia. Si comportava da fratello maggiore, con discrezione, affetto e una maniera di rapportarsi priva di qualsivoglia malizia. Ci aiutava tutte, indistintamente. Era così come lo vedevi sullo schermo.

In quell’edizione gareggiarono anche Elisa Isoardi e Barbara Di Palma.

Miss Italia può accelerarti la carriera e fornirti dei contatti. Siamo tre personalità diverse, loro hanno fatto le loro scelte e io le mie, ma hanno entrambe costruito una bella carriera.

Ad incoronarti fu Paolo Bonolis.

A quanto pare fino al suo arrivo non ero tra le favoritissime per la vittoria e mi raccontarono che sostenne che ero la più indicata per il titolo. Questo probabilmente orientò anche le attenzioni degli altri giurati su di me. Se non fosse stato lui il presidente della finale, forse non avrei trionfato. Purtroppo non ho mai avuto modo di parlargli di questa cosa e di ringraziarlo di persona. Ma chissà, magari nemmeno si ricorda di questo dettaglio.

Una volta eletta scattò la valanga di impegni.

C’erano accordi con gli sponsor, che si basavano sui giorni concordati con le aziende, e visite istituzionali da compiere. Feci ospitate, partecipazioni, incontri di ogni tipo. Avevo un contratto con la Rai che mi permise di condurre per un anno ogni sabato il programma ‘Raiuno Spot’ e all’orizzonte si presentò l’occasione di affiancare Pippo Baudo.

Non mi risultano trasmissioni con voi due assieme.

Infatti non riuscirono a trovare l’intesa. Un programma con lui avrebbe tolto giorni agli sponsor. Mi dispiacque moltissimo perché avrei coronato un sogno, ma Mirigliani disse di no. Per la mia carriera sarebbe stato meglio.

Hai citato Enzo Mirigliani. Che ricordo hai di lui?

E’ stato il geniale creatore del marchio ‘Miss Italia’, sempre capace di bilanciare tradizione ed innovazione, facendo in modo che il concorso fosse costantemente lo specchio di come cambiavano le ragazze italiane nel corso del tempo. Nella mia memoria conservo l’immagine di un uomo sorridente, gentile, educato e rispettoso con tutte e tutti.

“Miss Italia mi ha regalato una grande sicurezza personale”. Parole tue.

Confermo. Mi ha temprato caratterialmente. Ero timida e avevo parecchi timori. Ad esempio, mi domandavo come mai una certa persona dovesse essere interessata a parlare con me. Quindi me ne stavo nel mio angolino, chiusa come un riccio. Improvvisamente mi ritrovai in mezzo alla folla, con il pubblico che chiedeva foto e autografi e giornalisti che mi ponevano domande. Imparai rapidamente a rompere il ghiaccio e mi trasformai. Fui costretta a tirare fuori il mio lato più espansivo.

Suppongo che in quei dodici mesi guadagnasti bene.

Direi di sì, quasi 400 milioni di lire. Lavorai tantissimo e riuscii a comprarmi una casa tutta mia a Roma. A quella cifra devi poi aggiungerci i premi. Mi regalarono gioielli, vestiti, persino una cucina. Non saprei quantificarne il valore.

Sei riuscita a tenerti una riproduzione della corona?

La custodisco in camera. Nel 1999 Manila (Nazzaro, ndr) insistette per il mantenimento di una copia della corona e la Miluna gliela lasciò. Fu lei a cambiare la procedura e a consentire alle Miss di tenersi il duplicato, che alla fine era quello che ci portavamo dietro durante l’anno. L’originale la vedemmo pochissime volte, era pericoloso andarci in giro.

Miss Italia è passata da quattro serate su Rai 1 ad un unico appuntamento che, negli ultimi anni, non è più riuscito a trovare spazio sulle reti generaliste. Rispetto a venticinque anni fa è cambiato il mondo.

Quattro serate erano troppe, ma quelli furono anni assurdi. Tra il 1990 e il 2005 a mio avviso si registrò il periodo di massimo successo dello show. Internet era agli albori, non c’erano smartphone, social, piattaforme e nemmeno il digitale terrestre e Sky. La gente guardava sette canali e basta. Non c’era tutta la frammentazione che c’è oggi.

Come ti spieghi la profonda crisi del format?

In tutti i Paesi esiste l’elezione della miss nazionale ed è molto seguita. Miss Italia fa parte del nostro costume e sarebbe un peccato perderla. E’ chiaro che in un certo momento si è rotto qualcosa tra il concorso e la Rai. Ciò non vuol dire che Miss Italia non fosse più apprezzata, il pubblico e gli sponsor ancora c’erano e l’interesse era alto, seppur non più agli stessi livelli degli anni novanta. Come spiegavo poc’anzi, la platea si è spezzettata con l’arrivo di mille competitor.

Ha ancora senso insistere o è accanimento terapeutico?

Non so dirlo. Sono tuttavia convinta che tutte le questioni legate al femminismo siano sciocchezze ipocrite. La società attuale considera la bellezza un valore assoluto e anche gli uomini ormai vivono per apparire. C’è stata un’esplosione sul fronte della medicina estetica e della chirurgia. Si è sviluppato un mercato imponente sul tema dell’aspetto esteriore. La bellezza rimane un motore economico fortissimo. Altro discorso è domandarsi se Miss Italia sia il miglior treno su cui salire per arrivare nel mondo dello spettacolo.

In tal senso, che risposta ti dai?

Penso di no, ma sicuramente è un modo molto pulito per una ragazza di sani principi per mettersi in mostra. Fino a una settimana fa non sapevamo chi fosse Katia Buchicchio. Evidentemente un segno la kermesse ancora lo lascia.

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Nel 2005 arrivasti al “Tappeto Volante”. Come fu lavorare con Luciano Rispoli?

Realizzammo due stagioni e per me fu una grandissima scuola. Luciano è stato uno splendido maestro e osservarlo da vicino fu istruttivo. Il programma andava in onda su Canale Italia che, con tutto il rispetto, non era Rai 1. Nonostante questo, riusciva ad avere ospiti prestigiosi. Berlusconi venne due-tre volte. I big accettavano l’invito di Rispoli perché lo stimavano.

Nel 2008 bussò alla porta Sky Sport 24.

Quando nacque il canale all-news vollero un volto conosciuto per accrescerne la visibilità. Feci un regolare provino, piacqui e mi imbattei in un’avventura tanto bella quanto faticosa. Sarebbe stato più semplice per me accettare la proposta di un calendario o di un reality, ma non erano soluzioni nelle mie corde.

Da Sky Sport 24 al rugby il passo fu breve.

Sky Sport aveva acquisito i diritti e pensarono di affidarsi ad una figura nota. Il rugby mi piaceva e accettai la sfida. Studiai come una pazza, guardai tanti match e parlai con molti esperti.

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Nel 2014 mollasti. Perché?

Diedi alla luce il mio secondo figlio, mentre l’altro aveva già due anni. Con mio marito che lavorava in Svizzera, scelsi di dedicarmi alla famiglia. Contestualmente, Sky perse i diritti del rugby e le due circostanze mi portarono automaticamente ad una pausa lavorativa.

Oggi cosa fai?

Sono responsabile business development per una società svizzera che offre servizi finanziari internazionali. Vivo a Lugano con la mia famiglia, che per me viene prima di tutto il resto. Ero consapevole che con due figli sarei uscita dal mio tragitto. Mi sono assunta il rischio e sono felice. Non ho rimpianti per come sono andate le cose. Ho deciso io ed ero consapevole delle conseguenze delle mie scelte.

Hai accennato ai reality. Cosa ti offrirono?

Mi contattarono per ‘La Talpa’ e ‘L’Isola dei Famosi’, tanti anni fa. Declinai.

Di recente si è rifatto sotto qualcuno?

No. Non mi sono più proposta e non ho più agenzie che mi seguono. Essendomi allontanata da quel mondo, sono crollati anche i contatti. Se si ripresentasse qualche chance la valuterei volentieri.

Ti piacerebbe rientrare nel giro?

Perché no, eventualmente per un’esperienza limitata nel tempo. Potrei prendermi un’aspettativa dal lavoro. Rispetto a dieci anni fa la mia situazione è migliorata. I miei figli stanno crescendo e non c’è più la fatica di quando erano piccolissimi.  Considera che dopo la nascita del secondogenito non dormii praticamente mai per il primo anno e mezzo. Come avrei potuto lavorare? Ora è diverso. Potrei ragionare su determinati progetti che mi si addicono. Ma le proposte non si presentano da sole. Se ti allontani è la fine. O vai a cercarti l’occasione, o non accade nulla. Ripeto: le mie porte sono aperte, ma se non si sblocca niente non importa. Io sto già bene così, attualmente la mai vita è un’altra.

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