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Samuele Cavallo: “Avevo già tentato i casting di Tale e Quale. Sanremo mi piacerebbe, ma qui o sei attore o cantante”

Samuele Cavallo è uno dei protagonisti di Tale e Quale Show 2025, dove sta dimostrando tutto il suo talento, conquistando anche la vittoria come è accaduto nella seconda puntata. Pugliese, classe 1988, è anche uno dei volti più amati di Un posto al sole, dove interpreta Samuel Piccirillo, ma i desideri da realizzare sono ancora tanti.
A cura di Ilaria Costabile
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L'abbiamo visto trionfare nei panni di Benson Boone nella seconda puntata di Tale e Quale Show, dove ha dimostrato di aver un indiscutibile talento, è così che Samuele Cavallo si è fatto conoscere dal pubblico di Rai1 in una veste diversa da quella di Samuel, il personaggio che dal 2019 interpreta nella soap più longeva della tv, ovvero Un posto al sole. Pugliese, classe 1988, ha iniziato a fare teatro da ragazzino, amando visceralmente la musica e il canto. Ancora oggi scrive canzoni e non esclude l'idea di far ascoltare un suo brano a Carlo Conti in vista di Sanremo: "Deve essere quello giusto". L'esperienza nello show di Rai1 lo sta mettendo alla prova, ma pensando ai suoi trascorsi nella fiction di Rai3 non nasconde un desiderio: "Vorrei che di Samuel si conoscesse il passato, chi è davvero, non solo i siparietti che, però, mi divertono tantissimo".

In che fase della sua vita è Samuele Cavallo?

Lavorativamente parlando è un periodo molto bello. Questo programma è impegnativo, si fanno tante ore di trucco per avvicinarsi il più possibile al personaggio, non pensavo fosse così intenso, non ci si ferma mai, ma è una scoperta ogni giorno. Arrivo la mattina con una carica pazzesca e quasi torno che mi dispiace essere andato via.

Qual è la difficoltà più grande incontrata finora?

Il punto è che non si tratta solo di canto, ma bisogna entrare nei connotati dell'artista, guardare il modo di parlare, muoversi, i vezzi mentre canta, poi ognuno ha la sua personalità, il suo percorso artistico che arriva sul palco. Non è un'imitazione, devi entrare nella maschera dell'altra persona per poter diventare la miglior copia possibile. Per questo il complimento più bello che possano farti è quando ti dicono "me l'hai ricordato".

Sei reduce dalla vittoria della seconda puntata te lo aspettavi?

Benson Boone è un personaggio assurdo, un ragazzo di 23 anni con una voce incredibile, non so quante ottave di estensione abbia, ha un modo di cantare unico.  Beautiful Things che lo ha reso famoso in tutto il mondo è un brano difficile, inoltre sul palco lui salta dalle scale, dal pianoforte, per cui aver vinto è stata una sorpresa. Anche con Olly è stato bello, mi sono classificato terzo, ma perché conta anche il voto che ti danno i tuoi compagni.

C'è competizione tra voi?

Non sapevo se ci fossero strategie, ma alla prima puntata ho capito che i voti dati dai colleghi fanno la differenza. Mi ero giurato che avrei vissuto questo percorso non come una competizione, ma sera dopo sera, anche perché il pubblico è sovrano e attraverso i social può esprimere un giudizio sulla tua performance. L'obiettivo del programma, alla fine, è sempre far divertire il pubblico, ed è quello che vuole Carlo (Conti ndr.).

Tale e Quale è uno dei programmi più longevi della TV ed è comunque uno dei più visti, credi il pubblico sia affezionato allo show, nonostante sia sempre uguale a se stesso?

Il pubblico sceglie e lo fa in maniera veloce quando si tratta di televisione, se c'è qualcosa che non gli piace non la guarda. Sicuramente c'è l'affezione nei confronti di un programma, però il segreto che ci ha trasmesso Carlo è quello di far trasparire quella passione e quel divertimento nel preparare la performance. È così che portiamo a casa il miglior spettacolo possibile, insieme agli autori che fanno un lavoro di squadra con noi.

Che tipo di lavoro fate con gli autori? Siete voi a consigliare i personaggi da interpretare puntata dopo puntata?

Ci affidiamo a loro perché hanno imparato a conoscerci, anche ai provini abbiamo fatto le nostre proposte e in base a quelle hanno capito che pasta vocale abbiamo, che tipo di personalità. Quando ci siamo presentati abbiamo portato una serie di personaggi, ma il più delle volte individuano loro la sfida più adatta a noi.

Già avevi pensato di partecipare al programma o questa è stata la prima volta?

L'idea di partecipare c'era già gli anni precedenti, l'anno scorso ho provato la prima volta, ma non è andata bene, quest'anno invece non potevo ammettere la possibilità che questa cosa non andasse in porto. Mi sono impegnato tantissimo, ho portato venti imitazioni diverse.

Hai iniziato dal teatro, canto, ballo per poi approdare in TV. Come è arrivato Un posto al sole?

È arrivato in maniera inaspettata. Erano anni che facevo teatro, ero tornato sul palco dopo varie delusioni nel mondo del cinema, ma avevo trovato un agente che iniziò a proporre il mio nome. Ero in Francia, in tournée e mi arriva una mail con scritto "provino per Samuele Cavallo cantante e pianista", il personaggio si chiamava esattamente come me. Pensavo fosse uno scherzo e infatti chiamai il mio agente che mi rispose anche in maniera brusca. In 24 ore dalla Francia sono tornato in Italia, sono andato a Napoli per il provino e mi hanno preso.

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E ora sei il Samuel che ha conquistato il pubblico. 

Il personaggio è diventato Samuel Piccirillo, ma le persone ridevano, era incredibile che fossi andato a fare il provino per un Samuele Cavallo che cantava e scriveva canzoni. C'era anche un'altra coincidenza che mi ha sorpreso, il fatto che mio padre era solito viaggiare per l'Italia e l'unico programma che vedeva in albergo era Un posto al Sole. Lui è mancato nel 2013, quindi molto prima che arrivassi nella soap, mi piace pensare che ci sia stato un po' il suo zampino, anche se proprio per i nostri trascorsi sono uno che non si fa troppe aspettative sulla vita. Però questa cosa è come se ci legasse, anche se ora non c'è più.

Hai qualche rimpianto nei suoi confronti?

No. Siamo stati lontani tanti anni, poi quando ho iniziato a lavorare ho sentito il bisogno di confrontarmi con una figura paterna e l'ho cercato. In quel momento, forse, era più pronto per essere padre e ci siamo ritrovati. Nel 2008 è venuto a vedere uno spettacolo con Massimo Ranieri, all'uscita non mi aspettavo di trovarlo e invece era lì, commosso, io ero pietrificato perché erano anni che non ci vedevamo. Da lì abbiamo preso a vederci, quasi come fossimo due amici.

Ma il tempo non è bastato. 

Subito dopo è arrivata la malattia, mi sono riavvicinato in maniera naturale, quando ha avuto bisogno di me ho lasciato il lavoro. Mi chiamarono per uno spettacolo in Germania, rinunciai. Andai a trovarlo una sera a Ostuni e prima che io andassi via mi chiese di restare, non mi sono più mosso da quel letto per i successivi 40 giorni, sperando, illudendomi che potesse guarire.

Pensi che l'assenza di tuo padre ti abbia aiutato a capire che tipo di padre tu volessi essere per tua figlia, pensando a quello che tu avresti voluto?

Sì, lo dico con orgoglio, nella vita si può imparare dagli sbagli delle altre persone. Non volevo fare gli stessi errori di mio padre, quando seppi che sarei diventato papà ho avuto paura di non farcela, perché sapevo cosa comportasse per un figlio non avere la presenza di un padre, dal punto di vista affettivo. Ho vissuto questa responsabilità giorno dopo giorno. Oggi non riesco a fare a meno di vedere mia figlia, cercarla quando sono lontano. Venerdì scorso ho finito la puntata alle 2, ma alle 6 ero in treno per poter trascorrere una giornata insieme. Mio padre mi ha insegnato che per essere genitori devi avere quella voglia e quell'amore per poterlo fare, non credo che lui fosse pronto, ma l'ho sinceramente perdonato.

E lei, tua figlia, ti riconosce in TV?

L'altra sera, dopo la giornata al parco, ero stanchissimo ma lei mi ha chiesto "Papà, vediamo papà" e si riferiva proprio all'esibizione di Tale e Quale. L'innocenza dei bambini è meravigliosa.

Però i bambini non sempre distinguono realtà e finzione, come la mettiamo con le scene di Upas?

(Ride ndr.) Ultimamente c'è stata una scena in cui Samuel si riappacifica con Micaela, ero inibito all'idea che mia figlia stesse guardando, non volevo turbarla. Ha visto quell'abbraccio in tv, si è girata e mi ha detto "Ma quella non è la mamma". Abbiamo cercato di farle capire che non ci fosse nulla di reale, che realtà e finzione sono due cose diverse, ma il modo candido in cui l'ha detto ci ha spiazzato.

Samuele Cavallo e Gina Amarante
Samuele Cavallo e Gina Amarante

Un posto al sole è la soap più longeva della televisione, un unicum nel suo genere, cosa hai imparato lavorando in questa macchina?

Mi ha insegnato che si possono consolidare rapporti umani fra colleghi che non siano superficiali. Un posto al sole è questa anomalia bellissima che permette di avere rapporti con dei colleghi che diventano veramente dei fratelli. Se sei una persona che vive di sentimenti, non puoi vivere i rapporti solo nelle ore di lavoro, si condividono gioie, dolori, affetti, per me Vladimir (Randazzo ndr.) è come se fosse un mio fratello acquisito.

Ormai sono anni che Samuel è nel cast, come vorresti si evolvesse il tuo personaggio?

Ho sempre visto Samuel un po' come Il Postino di Troisi, un personaggio della classe operaia che nella sua ingenuità ha dei sentimenti puri, ma è capace di esprimerli solo attraverso la poesia, per Samuel è lo stesso, ma con la musica. Dopo aver mostrato la maschera di Samuel, quella un po' costruita, pian piano sta venendo fuori anche la parte più umana, le sue fragilità, la sua capacità di essere un uomo maturo. Ora vorrei che del mio personaggio si sapesse di più del suo passato, la sua storia, quello che ha imparato. Mi piacerebbe che gli autori facessero questo salto, svelando anche un lato meno ironico.

Vladimir Randazzo e Samuele Cavallo
Vladimir Randazzo e Samuele Cavallo

Cosa ti aspetti nella tua carriera da qui ai prossimi anni?

L'amore per la scrittura e per la musica non mi abbandona e quindi io continuo a scrivere. Mi piacerebbe far ascoltare a Carlo Conti, sapendo che è il direttore del Festival, qualcosa di mio che so potrebbe essere il brano giusto. In Italia c'è questa necessità di classificare, sei un cantante o sei un attore? Io sono Samuele, con tutti i miei limiti e l'amore per questo mestiere, mi sono ritrovato a scrivere canzoni, fare musical, teatro, fare Tale e Quale, e anche una fiction, ma per me è sempre tutto una scoperta.

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