Paola Iezzi: “A X Factor la musica ha più spazio che ad Amici. Spiazzati dall’addio di Agnelli, lui e Gabbani diversi”

Tornata al tavolo dei giudici per il secondo anno consecutivo, Paola Iezzi è una delle colonne di questa nuova fase di X Factor: più sicura, più consapevole e sempre più decisa a difendere il valore della musica, anche quando questo significa andare controcorrente. In questa intervista a Fanpage.it registrata il giorno prima della finale del 4 dicembre, la cantante e giudice del talent racconta cosa è cambiato per lei rispetto alla scorsa edizione, soffermandosi in particolare sull’addio di Manuel Agnelli, una scelta che “ha spiazzato tutti”, e sull’arrivo di Francesco Gabbani, del quale riconosce competenze ed esperienza: "Sono due artisti diversi, lo stesso livello di professionismo ma due mondi differenti".
Durante l’incontro, riflette anche sul clima del talent targato Sky, dove ritiene ci sia "più spazio per la musica e meno dinamiche costruite solo per la Tv" rispetto a programmi come Amici. E accende un faro sulla fragilità emotiva dei giovani artisti, motivo per cui ha deciso di non scegliere adolescenti nel suo team: il talento va "protetto, prima ancora che esposto", sostiene. Tra musica, tv e vita privata, il suo è un racconto conciso su cosa significa oggi essere artisti – e prima ancora, persone – dentro e fuori dal palco.
È la tua seconda esperienza a X Factor. Ti sei sentita diversa rispetto allo scorso anno? In cosa?
Mi sono sentita più sicura e a mio agio. Lo scorso anno era la prima volta per me, dovevo prendere le misure con le dinamiche di un contesto televisivo che non avevo mai vissuto prima. Però l’esperienza dello scorso anno mi ha aiutata a orientarmi meglio, soprattutto nelle scelte dei concorrenti e nella costruzione della squadra.
Come scegli i concorrenti da portare avanti nel programma?
Cerco artisti che mi sembrino affini non solo ai miei gusti personali, ma anche al tipo di esperienza che è X Factor, che è intensa e complessa. Non tutti, anche a parità di talento, sono pronti a reggere un percorso televisivo così impegnativo.
L’anno scorso c’era una forte sintonia tra voi giudici, anche grazie alla presenza di Manuel Agnelli. Com’è cambiato il clima quest’anno con il suo addio?
All’inizio siamo rimasti un po’ spiazzati dall’abbandono di Manuel, che era una colonna portante del programma. Però abbiamo rispettato la sua scelta. C’era un po’ di preoccupazione per chi sarebbe arrivato al suo posto, ma l’arrivo di Francesco Gabbani ha portato una ventata d’aria diversa. Sono due artisti diversi, lo stesso livello di professionismo ma due mondi differenti.

Com’è stato lavorare con lui?
È un musicista molto preparato, ha fatto tanta gavetta, come me. Viene dalla “vecchia scuola”, quella della musica suonata dal vivo, nei locali, con fatica e sacrificio. Questo è un valore enorme. Inoltre, anche se non lo conoscevo bene, ha suonato in due brani di un mio album nel 2010, quando ancora non era famoso.
In alcune occasioni tu e i tuoi colleghi avete avuto punti di vista diversi sulle esibizioni. C’è stato un momento che ti ha colpita in particolare?
Sì, per esempio la discussione con Lauro e Jake La Furia sulla cover de “Il cielo in una stanza” di Viscardi, realizzata in versione jazz. Mi sono sentita in minoranza e un po’ a disagio quando si parlava di “esperimento”, perché non lo era affatto. Era una versione già molto interpretata nella storia della musica. In quel caso ho apprezzato il supporto di Gabbani, che ha dimostrato grande rispetto artistico.
Quanto conta il giudizio dei giudici sul pubblico?
Tantissimo. Il pubblico è sovrano, ma subisce molto i nostri giudizi. Quando sei seduto a quel tavolo non devi mai togliere valore oggettivo a un’esibizione solo perché non rientra nei tuoi gusti personali.
Ti vedresti mai prof di canto ad Amici?
Non so. Soffro le gare, soprattutto quelle in cui i ragazzi vengono messi l'uno contro l'altro. Mi piace il clima che si respira qui a X Factor, c'è meno acredine, meno dinamiche costruite solo per la Tv. C’è competizione, chiaramente, ma anche più spazio per la musica.

Da Angelina Mango a Sangiovanni fino a Soap, che di recente ha scelto di lasciare Sanremo Giovani. Molti giovani artisti oggi si trovano a vivere momenti di fragilità che li spingono a prendere pause dalla musica. Quale credi sia il problema?
È un mix di fattori. Il mondo discografico è più duro, i ragazzi spesso non sono preparati ad affrontare il successo e poi l’eventuale insuccesso. Per questo, nelle mie edizioni, ho scelto di non prendere giovanissimi: a 16 o 17 anni non si ha ancora una struttura emotiva abbastanza forte.
Credi che oggi manchi la gavetta?
Sì, oggi è quasi scomparsa. Con i social, le reazioni sono immediate e spesso spietate. La gavetta, invece, ti forma emotivamente, ti prepara ai “no” e alle difficoltà. E la scuola è fondamentale, non dovrebbe mai essere sacrificata.
Che legame hai con Napoli?
Il mio amore per Napoli nasce da lontano, prima ancora di venirci. Sono sempre stata legata alla musica napoletana e in particolare a Pino Daniele, che è stato un mio riferimento importantissimo. Poi ho vissuto anche una storia d’amore con un ragazzo napoletano e ho lavorato spesso in città. Napoli è un teatro a cielo aperto, ha una connessione unica con l’arte e la creatività.
Dopo X Factor, cosa succederà per te?
È appena uscito il mio nuovo singolo, “Superstar”, e il 31 gennaio terrò il mio primo live in assoluto al Redroom Club di Milano: il concerto si chiamerà "Iezz We Can!!!".