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Alessandra Mastronardi: “Porto il peso di forti delusioni. Ho ritrovato Max Tortora e mi sono sentita a casa”

Alessandra Mastronardi racconta a Fanpage.it il suo nuovo impegno nella serie tv di Canale5, Doppio Gioco. Seppur simile a Daria, il personaggio che interpreta, non ha la sua stessa capacità di leggere le persone: “Se mi fidassi un pochettino di più del mio istinto sarebbe meglio”. Sul set ha ritrovato Max Tortora con il quale ha recitato ne I Cesaroni: “Mi sono sentita a casa quando l’ho incontrato di nuovo”.
A cura di Gaia Martino
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Alessandra Mastronardi è la protagonista di Doppio Gioco, la nuova serie televisiva di Canale5. Con il ruolo di Daria è tornata sul set di una fiction Mediaset accanto a Max Tortora, che interpreta Gemini, pseudonimo di Rolando Infantino, anni dopo aver recitato insieme nella serie cult I Cesaroni e con lui si è "sentita a casa", come ha raccontato a Fanpage.it. Nella lunga intervista ha ripercorso la sua carriera ricordando il ruolo di Eva che ha segnato la sua ascesa nel mondo della recitazione. Oggi, "alla soglia dei 40 anni", porta con sé il "peso di forti delusioni".

In Doppio Gioco interpreti Daria, una giocatrice d’azzardo che si infiltra nei servizi segreti. È stata una sfida per te immergerti in una fiction spy?

Sì, è stata una sfida, un bel gioco. Tanti di noi si sono cimentati in qualcosa che si allontana dai ruoli che il pubblico si aspetta. I numeri (dati auditel, ndr) della prima serata sono stati buoni, considerando la programmazione.

Cosa ti accomuna a Daria?

Credo che ci sono dei tratti di noi un po' bui che nella vita quotidiana non vogliamo vedere o a cui non diamo peso. Quando si interpretano personaggi che sulla carta sono lontani da te, perché Daria è completamente lontana da me, c'è una specie di comunione, di scambio tra me e il personaggio. Anche io ho i miei lati spigolosi come Daria, ho le mie giornate no, come li ha tutti i giorni Daria. Posso essere scaltra se voglio.

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Il tuo personaggio ha la capacità di leggere le persone e intercettare le loro emozioni. Hai anche tu questa sensibilità? 

Lei ha proprio un talento innato nel capire i punti deboli della persona che ha davanti e lo usa a suo favore. Io no, se mi fidassi un pochettino di più del mio istinto sarebbe meglio. La prima impressione, la maggior parte delle volte, era quella giusta.

Tu e Max Tortora fate parte di un cast storico e tanto amato ancora oggi, quello dei Cesaroni. Com’è stato ritrovarsi oggi, dopo tanti anni, in altre vesti?

È stato un bel regalo, spero per entrambi. Mi sono sentita a casa quando l'ho incontrato di nuovo. È stato, anzi, molto più bello rispetto a quello che mi aspettavo. È stato come ritrovare un amico e una persona quasi di famiglia.

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Con Doppio Gioco dimentichiamo la ragazza acqua e sapone conosciuta anni fa ne I Cesaroni. È rimasto qualcosa di Eva in te?

Eva l'ho lasciata 20 anni fa, ma credo che, tra tutti i personaggi che ho interpretato nella mia carriera, sia il personaggio che più mi somiglia. Quello era il periodo della mia crescita personale, non c'erano tanti filtri tra me e il personaggio. La maggior parte delle volte ero proprio io. Lei era più bacchettona, come ci dicevamo sempre sul set, un po' pesante su alcune cose. Io sono più giullare, lei no. Però mi ha lasciato tantissimo, a un certo punto, mentre lavoravamo, non sapevo più chi era Eva e chi ero io.

Ti dispiace non tornare sul set dei nuovi episodi? 

Non mi dispiace perché è un progetto che avevo salutato tanti anni fa. È stata una scelta anche per rispetto del personaggio stesso che hanno amato in tanti, me compresa. Non sarebbe stato giusto, anche per una questione personale. Non sarei riuscita a trasmettere quello che era giusto fare, perché io sono cambiata. Era già un capitolo chiuso all'epoca, quindi avrei rischiato di rovinare il ricordo di un personaggio. La posta in gioco era alta, proprio perché sono passati 20 anni.

Alessandra Amoroso in Eva de I Cesaroni
Alessandra Amoroso in Eva de I Cesaroni

Guarderai la nuova stagione in TV?

Assolutamente sì.

Eva de I Cesaroni ti ha regalato la popolarità. Dieci anni dopo sei tornata da protagonista in una fiction Mediaset in L'Allieva. Se ci ripensi, cosa rappresentano per te i due personaggi? 

Sono due momenti della vita completamente diversi. Eva mi ha fatto conoscere al grande pubblico, devo tanto a lei e ai Cesaroni. Ho cominciato l'Allieva quando avevo 30 anni, 10 anni dopo, e quello è stato un altro affaccio al pubblico, un altro modo di farmi conoscere, ero più grande. Tutti e due i personaggi hanno hanno dato una parte di me in un periodo della mia vita preciso.

C'è un set di cui non hai un buon ricordo?

No. Ho la fortuna, e questo me lo me lo insegnò Carlo Bixio, il produttore dei Cesaroni che ora non c'è più. Lui mi disse "Siamo fortunati perché facciamo il mestiere che amiamo". Anche se i set erano più complicati, più difficili, anche se la mattina facevo molta fatica ad alzarmi alle 3:00 o alle 4:00 perché la preparazione richiedeva almeno 3 ore, non ho mai rimpianto nulla, non mi sono mai trovata male.

Lo scorso aprile, dopo la morte di Antonello Fassari, hai risposto a tono a chi ha contestato la tua assenza ai funerali. Ti hanno ferita quelle parole?

Credo che sia stato fuori luogo perché non conosci le persone tramite le loro pagine Instagram o per le cose che fanno pubblicamente. Quando non sai, è meglio non parlare

Che rapporto hai con gli hater e i commenti negativi sul tuo conto?

I commenti costruttivi sono sempre ben accetti, anche quando sono negativi.Non ho la presunzione di piacere a tutti. I commenti e le critiche ad personam sono un'altra roba. Siamo esposti, abbiamo una grande responsabilità, ma ci sono scelte personali, di vita privata, che il pubblico non deve sindacare.

Ti feriscono i giudizi altrui sul tuo privato?

Non ho mai amato la mancanza di rispetto, ma non voglio dare il potere di condizionare la mia vita. Ho sempre fatto le mie scelte in base a ciò che ritenevo giusto o sbagliato in quel momento. Sono aperta al dialogo, alla critica, perché purtroppo il mio lavoro porta un giudizio continuo. È il famoso rovescio della medaglia, la perdita non solo della privacy che secondo me non è una cosa giusta, ma anche il costante giudizio. Questo lavoro ti porta ad avere una lente di ingrandimento continua e costante, lavorativamente parlando. Quello che diventa ad personam fa un po' male, perché non è richiesto.

Sei stata protagonista delle prime stagioni di Master of None, serie cambiata radicalmente dato che la tua storia, poi, non si conclude. È mancato un epilogo per quel personaggio?

Il finale aperto è stato voluto dalla regia. Nasceva così e così è finito. Ci sono tante storie, tante relazioni che, in realtà, finiscono con una modalità un po' più aperta rispetto a tante altre, questa era una di quelle.

Alessandra Mastronardi in Master Of None
Alessandra Mastronardi in Master Of None

A Verissimo, in una recente intervista, hai raccontato di aver "preso botte" e di aver avuto un  "disincanto". Porti con te il peso di una grossa delusione? 

Sì, certo. Le delusioni della vita sono tante. Ci portiamo dietro un bagaglio pesante quando ci sono cose che ci fanno male, non soltanto a livello sentimentale, anche professionale. È la vita. Alla soglia dei 40 (anni, ndr) posso tranquillamente dire che ho un bagaglio abbastanza grande, e quindi anche un peso di forti delusioni.

Però hai imparato a concentrarti sul qui e ora, come hai spiegato.

Esatto. Sto cercando di imparare questa enorme lezione che è quella di non farsi prendere dall'ansia, dalla paura del domani, ma concentrarsi su qui e ora, perché poi aiuta ad affrontare meglio anche la vita in generale.

Al futuro, quindi, ancora non ci pensi oppure hai già dei passi già tracciati da seguire?

No, per adesso ho delle cose in uscita. Abbiamo questo piccolo handicap che lavoriamo, e poi il progetto, prima che esca, ci mette un po', ma tu nel frattempo sei anche già cambiata sette volte. Quello che esce fuori è sempre un'immagine di te riflessa nel passato. Anche Doppio Gioco è stato un lavoro iniziato a maggio 2024, è uscito a fine maggio 2025, e io già mi rendo conto di essere una persona completamente diversa. Avrei fatto scelte diverse a livello attoriale. Ora sono qui che aspetto che le cose escano.

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Da chi ti piacerebbe essere diretta?

Mi sento sempre come se avessi iniziato ieri, quindi, in realtà da tutti. In Italia mi piacerebbe essere diretta da Muccino, da Tornatore, da Salvatores, da Guadagnino se dovesse ritornare a fare cinema in Italia. Ce ne sono sono veramente tanti.

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