Alba Parietti, Sanremo ’92 e il rapporto con Baudo: “Ti faceva regina, poi ti cambiava ruolo. Quella tv non esiste più”

Una copertina che ha fatto la storia della televisione italiana. Tre donne a letto, tre mondi diversi che si incontrano in una suite dell'Hotel Excelsior di Sanremo nel febbraio 1992. Milly Carlucci, l'istituzione rassicurante. Brigitte Nielsen, la diva internazionale reduce dal divorzio da Sylvester Stallone. E Alba Parietti, la "selvaggeria" che si giocava tutto in quel Festival. A Fanpage.it, l'attrice e conduttrice racconta quella stagione che fu "il colpaccio di Pippo Baudo". A distanza di oltre trent'anni, quella copertina di Sorrisi e Canzoni rimane un'icona pop che racchiude il glamour di un'epoca irripetibile della tv italiana. Alba Parietti oggi la racconta senza filtri, dal retroscena di quella fotografia alle polemiche de "La Piscina", dalla generosità televisiva di Pippo Baudo alla nostalgia per una televisione che non c'è più.

Alba, raccontami di più su quella famosa copertina di Sorrisi e Canzoni del 1992.
L'abbiamo fatta dopo la conferenza stampa del Festival di Sanremo. Eravamo nella super suite dell'Excelsior. Quella copertina fu scattata da Rino Petrosino, grande amico tra l'altro, che è stato il re dei fotografi. I servizi di Sorrisi li faceva tutti lui. All'epoca, anche se il direttore era Gigi Vesigna, la vera deus ex machina della situazione era Rosanna Mani (storica ideatrice di indimenticabili copertine ed eventi musicali e televisivi, ndr). Quel Sanremo era proprio intriso di glamour a livelli pazzeschi, era un colpaccio per Pippo. Veramente un colpaccio meraviglioso. Mettere insieme tre donne come noi non era una cosa da poco, anche perché aveva centrato: eravamo una un po' l'antitesi dell'altra.
Ci fu un effetto dirompente.
Una copertina capolavoro per un Sanremo bellissimo. Pippo Baudo riuscì a scegliere tre donne diverse tra loro. Milly Carlucci era l'istituzione, come sempre. È sempre stata l'istituzione. Brigitte Nielsen era la star internazionale, freschissima di divorzio da Sylvester Stallone e poi c'ero io.
Che eri la donna del momento.
Diciamo che soprattutto mi si aspettava al varco perché quel Sanremo poteva essere la mia consacrazione oppure l'inverso. Me la giocavo tutta.
Perché?
Pippo Baudo mi ha voluta a tutti i costi, insieme ad Aragozzini. Ricordo ancora la telefonata, erano le 7 di sera di un giorno di pioggia, sarà stato settembre o ottobre. La mia carriera aveva subito un bel rimbalzo. Era un momento difficile perché, dopo il successone di Galagol, La Piscina aveva creato talmente tante polemiche che c'era già gente pronta a farmi il De Profundis. Avevano praticamente celebrato già il funerale, mi davano per morta.
Perché avevi fatto La Piscina?
Era un programma completamente diverso rispetto a quelli che faceva Rai 3, che non aveva mai azzardato nulla di simile, soprattutto un programma così diverso dal solito. Era la prima volta che si spostava l'asset super intellettuale di Rai3 su una proposta di intrattenimento.
Fu un programma voluto da Angelo Guglielmi.
Sì, Guglielmi mi adorava e coniò per me il termine "selvaggeria", che fece incazzare un sacco di gente. Credo che alla conferenza stampa di quel programma ci sia stata più gente che alla conferenza stampa di Sanremo, era una cosa impressionante. Guglielmi mi portava in palmo di mano, cosa che mi fece odiare ancora di più da tutti quelli che già mi odiavano anche senza Guglielmi.

Tornando alla copertina, secondo te, oggi potrebbe essere riproposta?
Ogni cosa ha il senso degli anni in cui la metti. Prova a immaginarti certe battute, anche dello stesso Vianello che era il re delle battute, fatte oggi farebbero scaturire indignazione. Ogni cosa va contestualizzata nel momento in cui è stata fatta.
"Nel bene e nel male", hai scritto ricordando Baudo. Nel 1993 ci fu un Sanremo molto diverso, facevi riferimento a questo?
Nel bene e nel male vuol dire che Pippo una volta ti prendeva e ti faceva sua regina, la volta successiva decideva per te una parte in commedia completamente diversa.
E tu?
Non c'erano alternative, la presi come la dovevo prendere.
Marisa Laurito ha detto di Pippo Baudo: "Lui aveva la capacità di mettersi vicino solo numeri uno"
Mi dovrei dare della numero uno da sola? Ma insomma, lo ero.
Percepivi di essere in questo contesto, di giocare in Serie A?
Ma come avrei potuto non pensarlo? Vorrei ricordare che sono quelli gli anni in cui Berlusconi mi offriva 9 miliardi di lire per tre anni e li rifiutai. Non è che avevo qualche dubbio sulla mia situazione, su quello che valevo all'epoca sul mercato.
Con Pippo se ne va definitivamente il Novecento dei conduttori?
Beh, no, diciamocela tutta: c'è ancora Renzo Arbore. Tra l'altro ho lavorato con tutti. Ieri guardavo gli spezzoni video e dicevo: "Pensa che fortuna c'ho avuto, veramente pensa che privilegio." Una scuola così oggi non c'è.
Di quel periodo televisivo c'è qualcosa che rimpiangi?
Tutto. Lo so, è facile dirlo così. Guardavo ieri sera Papaveri e Papere, l'hanno mandato in replica su Rai1. Io non mi sembrava manco più di essere io, talmente è cambiata la televisione che dico: "Ma quando l'abbiamo fatto? Come eravamo? Dove eravamo? Che televisione abbiamo fatto?". Era una televisione fatta da grandissimi professionisti sotto tutti i punti di vista. Aveva delle scalette studiate al millimetro. Non c'era niente di lasciato al caso, non c'era un tempo morto. Al contrario, la televisione di oggi si fa per riempire ore e ore di programmazione, ma molto spesso un programma di prima serata di oggi all'epoca non sarebbe neanche andato in terza.
Ai palinsesti Rai e Mediaset si è parlato di anticipare la prima serata. Credi che potrebbe riportare le condizioni per fare programmi migliori?
Trovo sia giusto anticipare la prima serata, ma non è che spostando gli orari fai meglio. Fai meglio facendoti venire delle idee e prendendo delle persone che hanno la capacità di inventarsi qualcosa di nuovo e non mandare in onda qualsiasi cosa o qualsiasi format senza sapere cosa stai facendo.
I maestri oggi sono quelli della tua generazione?
No. Tranne qualche rarissimo caso, non vedo delle botte di genialità. Però, sappiamo fare la televisione e siamo quelli che possono ancora tramandare quantomeno. Finché la tv si fa proprio cotta e magnata così e all'ultimo che arriva gli dai un programma… non funziona. Ci vuole un po' più di serietà. Questa è gente che aveva una preparazione culturale enorme. Non puoi essere un ignorante totale quando fai il conduttore. Baudo, Vianello, Mondaini, Tortora, Corrado. Quando avevi a che fare con loro, erano montagne da scalare. Erano personaggi unici, dei veri fuoriclasse.
Che stagione sarà per te da un punto di vista professionale? Ci sono progetti per il futuro?
Mi affido al buon cuore delle reti televisive, come al solito. Spero molto di poter rifare il programma di Chiambretti perché è uno dei programmi più belli che ho fatto. E anche con uno spazio che era per me ideale. Adoravo fare quell'editoriale. Ho fatto qualcosa di nuovo in un bellissimo programma. Credo che il mio destino sarà continuare a fare l'ospite anche se potrei benissimo condurre ancora.
Ti piacerebbe?
Mi piacerebbe se mi facessero fare il programma che voglio io. Non tanto per farlo. Un programma fatto su misura per me, certo che mi piacerebbe. Anche uno come "Non sono una signora", che era perfetto per me. Non farei qualsiasi cosa, piuttosto preferisco fare l'ospite.