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Si insultava e minacciava da sola online per incastrare il suo ex ragazzo, 18 enne in carcere

La ragazza aveva denunciato a più riprese il suo ex mostrando come prova agli agenti migliaia di messaggi e chat in cui lui l’aveva insultata e minacciata. In realtà era lei che aveva creato falsi profili per incastrarlo e vendicarsi di essere stata lasciata.
A cura di A. P.
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Si era presentata alla polizia per denunciare il suo ex fidanzato per stalking, mostrando colme prova agli agenti migliaia di messaggi e chat in cui lui l'aveva insultata e minacciata, peccato però che era tutto falso perché quei messaggi li aveva creati lei stessa, proprio con lo scopo di incastrare l'ex. Per questo una ragazza britannica di 18 anni, Clarice Crothers, è finita seriamente nei guai, arrestata dalla polizia inglese, processata e ora condannata a 8 mesi di reclusione. Secondo quanto emerso durante il processo a suo carico davanti alla  Warwick Crown Court, la giovane voleva vendicarsi del suo ex che l'aveva lasciata così ha architetto l'intero piana per farlo risultare un molestatore e dunque poi denunciarlo alle autorità competenti.

Aveva raccontato che l'ex partner stava molestando lei e la sua famiglia con messaggi minacciosi e la stessa famiglia della ragazza le ha creduto presentando ben sette denunce contro il giovane nel corso del tempo. In un'occasione la 18enne ha detto agli agenti  che aveva ricevuto cento messaggi offensivi in ​​un solo giorno affermando che lui che le aveva detto che la teneva sotto osservazione. La polizia, venendo quella marea di messaggi, aveva preso in seria considerazione le denunce avviando le indagini. Dai successivi accertamenti tecnici e investigativi, però, è emerso che il ragazzo non aveva assolutamente nulla a che fare con quei messaggi. Era stata la 18enne a creare diversi profili social fasulli arrivando a tempestarsi di messaggi ingiuriosi e minacce. Messe alle strette, l'adolescente ha anche cercato di incolpare un amico che in realtà l'aveva aiutata a creare i falsi profili ma non a scrivere i messaggi. Alla fine ha ammesso le sue responsabilità dichiarandosi colpevole di due reati di danno alla giustizia.

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