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Poliziotto pugnala a morte la moglie e rivolge l’arma su se stesso fingendo un’aggressione

L’agente di polizia ha accoltellato a morte sua moglie poi, nel tentativo di depistare le indagini puntando sulla “legittima difesa”, ha rivolto l’arma verso se stesso.
A cura di D. F.
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Adrian Goldsmith, un agente di polizia britannico, è stato condannato a 15 anni di carcere per aver pugnalato a morte sua moglie e poi aver rivolto contro se stesso l'arma, procurandosi lievi ferite: il suo scopo era quello di depistare le indagini e dimostrare che si era legittimamente difeso da un'aggressione a mano armata da parte della donna. Fino alla fine Goldsmith ha tentato di far passare tra i giudici la sua versione dei fatti: con un atteggiamento freddo e impassibile ha sostenuto per mesi e mesi di essersi solo difeso e di aver accidentalmente assassinato sua moglie. In realtà le indagini hanno dimostrato che il poliziotto ha ripetutamente mentito ai suoi colleghi – che lo interrogarono – ma anche ai medici che lo soccorsero.

Adrian Goldsmith, 50 anni, era un ufficiale di polizia in servizio quando è stato commesso il reato: la sua era considerata una brillante carriera nelle forze dell'ordine, tanto che era stato insignito di diverse medaglie all'onore. Il poliziotto è stato arrestato lo scorso 26 marzo dopo che la moglie venne trovata morta nella casa di Wootton Hall Park, Northampton. A chiamare il numero d'emergenza fu suo marito, che fin dalle prime ore raccontò alle autorità una versione del tutto falsa di quanto era accaduto. Fortunatamente la professionalità dei suoi colleghi ha permesso di rivelare la verità.

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