Mamma crede che la figlia sia affetta da nanismo e la uccide: “Ossessionata dalla perfezione”

Una donna di quarantuno anni è stata condannata in Australia per l’omicidio di sua figlia, avvenuto il 18 novembre del 2010 quando la piccola aveva appena sei mesi. La donna uccise la figlioletta, annegandola nella vasca da bagno della sua casa nel North Strathfield, perché – secondo quanto emerso nel corso delle indagini e processo – era “ossessionata dalla perfezione” e pensava che la bambina fosse affetta da nanismo e quindi per questo imperfetta. Non le interessavano i pareri medici che le avevano assicurato che la bambina era perfettamente sana, la madre a quanto pare si era convinta del presunto “difetto” della figlia e non avrebbe potuto accertarlo. E così, alla fine, ha deciso di uccidere la piccola.
Condannata per omicidio colposo a venti anni – Come si legge sul tabloid britannico “The Sun” che ha scritto della vicenda e della condanna arrivata per la donna, dal giorno del delitto la quarantunenne ha seguito una serie di terapie in diversi centri specializzati in quanto affetta da disturbi psichici. Nel 2014 è stata anche dichiarata inadatta ad affrontare un processo. Ora, a circa sette anni dai fatti, è stata condannata con l’accusa di omicidio colposo considerati appunto i suoi disturbi (inizialmente l’accusa per aver ucciso la figlia era di omicidio volontario). Sconterà venti anni di reclusione in una struttura per malati di mente.