I servizi sociali si rifiutano di aiutare la figlia autistica, donna si getta nel fiume

Da tempo viveva con una forma di depressione a causa di problemi familiari, ma quando i servizi sociali le hanno ribadito che non avrebbero potuto far entrare in una casa di cura residenziale la figlia autistica, la donna si è gettata nel fiume annegando. È la tragica storia della 51enne britannica Carol Barnett, deceduta il giugno scorso poco dopo l'incontro con gli assistenti sociali per parlare della situazione di sua figlia di dieci anni. La donna da tempo chiedeva auto spiegando che ormai non riusciva più a far fronte alle cure della figlia Deborah e per questo si era rivola alle autorità locali. Dopo il netto rifiuto però la donna è crollata. Ha lasciato un messaggio di addio su un bigliettino, ha chiamato il marito e si è gettata nel fiume. Il coniuge, avvertito del pericolo, si è precipitato in zona ma ormai la donna era già morta annegata. Ora sul caso è stata aperta un'inchiesta dopo che il marito ha accusato i servizi sociali di essere corresponsabili della morte della 51enne. "Non posso credere che quello che è successo in quella riunione non ha avuto alcun effetto su di lei. Non sto dicendo che è colpa di tutti i servizi sociali perché non è così, ma credo che quel rifiuto sia stato davvero l'ultimo chiodo nella bara" ha dichiarato l'uomo ai media locali.