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Se vuoi diventare danese devi stringere le mani: cosa c’è dietro questa singolare legge

In Danimarca, per gli stranieri che richiedono la cittadinanza è previsto un nuovo e singolare obbligo: dovranno stringere la mano al pubblico ufficiale al termine dell’atto di naturalizzazione. Secondo le intenzioni dei legislatori danesi, la misura è rivolta ai musulmani che, per motivi religiosi, rifiutano il contatto fisico con un estraneo dell’altro sesso. Molti sindaci, però, non sono d’accordo e hanno già detto che non faranno rispettare la legge.
A cura di Mirko Bellis
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Protesta a Copenhagen contro la legge che vieta alle musulmane di portare il velo in pubblico (Gettyimages)
Protesta a Copenhagen contro la legge che vieta alle musulmane di portare il velo in pubblico (Gettyimages)

Se uno straniero vuole diventare cittadino della Danimarca dovrà stringere la mano al pubblico ufficiale al termine dell’atto di naturalizzazione. E’ l’ultimo, e singolare, obbligo che il parlamento danese ha approvato ieri. Secondo le intenzioni dei legislatori, la misura è rivolta ai musulmani che, per motivi religiosi, rifiutano il contatto fisico con un estraneo dell’altro sesso. La legge, che entrerà in vigore il primo gennaio, ha suscitato forti reazioni da parte di alcuni sindaci, secondo cui la misura è “puramente simbolica” e irrilevante per concedere o meno la cittadinanza ad uno straniero.

I sindaci, che dovranno mettere in pratica la nuova normativa, trovano sbagliato elevare un’usanza sociale a valore nazionale. Non la pensa così Martin Henriksen, un parlamentare noto per le sue posizioni anti Islam e portavoce del partito popolare danese sui temi legati all'immigrazione. “Trovo irrispettoso che una persona arrivata in Danimarca, dove è normale stringere la mano quando saluti, si rifiuti di farlo”. Secondo Henriksen la legge era necessaria a causa dell’immigrazione musulmana da lungo tempo presente in Danimarca. “Se non puoi fare qualcosa di così semplice e diretto – ha aggiunto Henriksen – non c'è motivo perché diventi cittadino danese”. Una posizione condivisa anche dal ministro danese per l’immigrazione e l’integrazione, Inger Stojberg, che sulla sua pagina Facebook ha scritto un post in cui considera una stretta di mano un “segno visibile che hai a cuore la Danimarca”. Henriksen, inoltre, auspica oltre all'obbligo di stringersi la mano, faccia seguito il divieto per le donne musulmane di indossare il velo durante la cerimonia di naturalizzazione. Nel Paese scandinavo, peraltro, una legge approvata la scorsa estate già prevede la proibizione di portare in pubblico il tradizionale copricapo alle donne di fede islamica. 

Finora, per ottenere la cittadinanza in Danimarca, uno straniero doveva risiedere legalmente nel Paese per almeno nove anni, superare un test linguistico, non avere precedenti di reati gravi, essere finanziariamente autosufficiente e superare persino un esame con domande sulla politica, la storia e la società danesi. A partire dal prossimo anno, dovrà anche stringere la mano prima di diventare danese a tutti gli effetti.

I critici verso il provvedimento della stretta di mano affermano che la misura non avrà risultati visibili. E già ci sono sindaci che si dicono disposti a trovare un modo per evitare agli stranieri questo nuovo obbligo. “E’ contro la mia ideologia e convinzione dover costringere altre persone ad avere un contatto fisico”, ha detto Thomas Andresen, il sindaco di Aabenraa, piccolo comune vicino al confine con la Germania. Per aggirare la legge, il primo cittadino ha detto che, durante l’atto di naturalizzazione, potrebbe decidere di far intervenire funzionari locali di entrambi i sessi. Anche Mogens Jespersen, il sindaco di Mariagerfjord, ha affermato all'emittente nazionale che avrebbe ignorato la legge accettando un cenno del capo o un inchino da parte di un richiedente che si rifiutasse di dare la mano. Soren Steen Andersen, sindaco di Assens, sull'isola di Fionia, ha definito l’obbligo della stretta di mano “un modo sbagliato” per dimostrare l’integrazione di chi vuole diventare danese. Da parte sua, il ministro per l’immigrazione Stojberg ha avvertito che i municipi che si rifiutino di far rispettare la legge saranno multati.

Il nuovo requisito per accedere alla nazionalità danese si va ad aggiungere ad un’altra decisione polemica del governo del Paese scandinavo: i cittadini stranieri condannati per crimini e in attesa di espulsione saranno trattenuti in una struttura sull'isola di Lindholm, un territorio di sette ettari in mezzo al mare raggiungibile solo via traghetto. Sempre ieri, il parlamento danese ha approvato il finanziamento di 759 milioni di corone danesi (poco più di 100 milioni di euro) al progetto che è previsto diventi operativo nel 2021. La Danimarca ha progressivamente tagliato tutti i programmi sociali per i richiedenti asilo e due anni fa è passata una legge che consente la confisca degli oggetti di valore ai migranti che arrivano nel Paese.

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