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Scuola, il Miur dice sì allo smartphone in classe: “Divieto fuori dal tempo”

Il ministero dell’Istruzione eliminerà il provvedimento con cui nel 2007 ha vietato i cellulari a scuola. Lo smartphone diventerà uno strumento utile per la didattica.
A cura di Susanna Picone
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I cellulari tornano a essere i benvenuti in classe: il Governo ha fatto sapere che la direttiva del Miur del 2007 (che appunto li vietava) sarà presto solo un ricordo del passato. Ad annunciare la novità, che sicuramente sarà apprezzata dagli studenti, è stato l’attuale sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, secondo cui il divieto assoluto di usare lo smartphone in classe è ormai fuori dal tempo. “Si tratta solo di prendere atto della realtà e trasformare uno strumento concepito solo come qualcosa da proibire in uno strumento utile per la didattica. Molto presto quasi tutte le scuole italiane saranno cablate e se saranno cablate – ha spiegato Faraone a Radio24 – dovremo dotare gli studenti di strumenti che probabilmente già hanno, per poter sviluppare una didattica orizzontale nell'utilizzo del digitale”. Per Faraone “il tema non è l'ora di informatica”, ma “prevedere un uso del digitale nella didattica abbastanza normale, come già accade nella vita quotidiana di ragazzi e ragazze”.

Smartphone in classe alleato nella lotta al cyberbullismo – Il sottosegretario all’Istruzione ha naturalmente detto che permettere l’uso dello smartphone in classe non vuole dire consentire agli studenti di stare al telefono o mandare messaggi durante le lezioni. L’intenzione del Miur è infatti di far diventare i cellulari dei ragazzi strumenti di studio, con cui approfondire le lezioni e arricchire il proprio bagaglio culturale con cose che sui libri di testo difficilmente si trovano. Secondo Faraone l'uso degli smartphone in classe, oltre a favorire la didattica, potrebbe anche essere d'aiuto nella lotta al cyberbullismo: “Si può avere un atteggiamento luddista e vietare in modo assoluto l’uso dei cellulari nelle scuole, oppure autorizzarli ma con professori in grado di insegnarne un uso consapevole”.

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