Scade oggi l’ultimatum dei maoisti per il rilascio di Paolo Bosusco

È un continuo botta e risposta tra il governo dell’Orissa e i maoisti che tengono prigioniero Paolo Bosusco, il tour operator piemontese rapito lo scorso 24 marzo in India insieme a Claudio Colangelo, poi rilasciato nove giorni dopo. Bosusco è tuttora nelle mani dei sequestratori che, dopo aver fatto sapere la lista di richieste da esaudire in cambio della sua liberazione, hanno fissato per oggi pomeriggio il limite massimo per soddisfarle. Diversamente si erano detti pronti a compiere un “gesto estremo” nei confronti dell’italiano. Minacce che avevano spinto il governo dell’Orissa ad accettare, non senza polemiche relative alla reale comunicazione tra i mediatori e i sequestratori, le richieste del leader dei maoisti Panda acconsentendo al rilascio di cinque di sei nomi di quella lista di prigionieri.
Le nuove condizioni dei maoisti – “Accordo” arrivato dopo l’annuncio dei mediatori della fine della negoziato e che, se in un primo momento aveva alimentato le speranze per Paolo Bosusco, in seguito è stato nuovamente commentato dai maoisti che hanno ribadito che la vita di Bosusco sarà scambiata solo con il rilascio (e la cancellazione del reato) di tutti i nomi contenuti nella lista. Il leader Panda domenica ha anche chiesto al governo dell’Orissa di chiarire la sua posizione su tutte le 13 richieste avanzate in precedenza confermando la sensazione di poca comunicazione tra i vari soggetti di questa vicenda.
Assolta e rilasciata la moglie del leader Panda – Intanto oggi, nel giorno della scadenza dell’ultimatum e a poche ore dall’orario fissato, uno dei nomi più importanti di quella lista di sette è stato assolto e rimesso in libertà: si tratta di “Mili” Subhashree Das, la moglie del capo dei maoisti Panda, arrestata nel 2010 in connessione a un caso di omicidio. Secondo quanto è stato riportato dalla tv indiana Ibn-Cnn, un tribunale dello stato dell’Orissa ha assolto la moglie di Panda alimentando così nuovamente le speranze per un imminente rilascio di Paolo Bosusco.