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Sassuolo, Tatiana si ammala gravemente e ha bisogno di un trapianto: il marito Adriano le dona un rene

Nel 2008 Tatiana è stata colpita da una grave patologia autoimmune, la glomerulonefrite, e nel corso degli anni la situazione si è molto aggravata e si è reso necessario il trapianto di rene. Il marito Adriano in quel momento non ha avuto alcun dubbio e si è offerto come donatore pur di salvare la vita della moglie.
A cura di C. M.
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La moglie aveva bisogno di un trapianto di rene urgente e il marito Adriano non ha dovuto pensarci nemmeno un momento, si è subito offerto come donatore. Una dramma familiare cominciato all'improvviso e finito a lieto fine, grazie al coraggioso gesto d'amore di Adriano Gianaroli, 60 anni, che ha fatto qualsiasi cosa per salvare la vita di sua moglie Tatiana Cavallini. Verso la fine del 2008, Tatiana aveva iniziato a sentirsi male e dopo un esame del sangue aveva scoperto di essere affetta da una patologia autoimmune, la glomerulonefrite, che aveva colpito entrambi i reni e che, senza dialisi o trapianto, l'avrebbe portata alla morte.

"Non gliel’ho chiesto io, non lo avrei mai fatto, è stato lui a offrirsi…", ha raccontato la donna parlando della decisione del marito. "Mi sono rivolta al Policlinico di Modena dove hanno provato a fermare il decorso della malattia. Nel 2014 mi dicono che avrei dovuto fare un trapianto. Una dottoressa ha preso a cuore il nostro caso e ci ha spiegato che per il trapianto le possibilità erano da vivente o da cadavere", prosegue la 48enne. A offrirsi per il trapianto sono stati prima la figlia Valentina e poi il marito Adriano, ma "il problema è che il gruppo sanguigno non era compatibile, una circostanza che avrebbe reso inutile oltre che pericoloso il trapianto". L’unica possibilità è rivolgersi all’ospedale di Parma, dove vengono praticati trapianti anche in caso di gruppi sanguigni ‘AB0’ incompatibili.

Nel 2015 la situazione si aggrava e Tatiana va in dialisi, dunque a quel punto l'ipotesi del trapianto diventa davvero l'unica speranza di salvezza. "Il trapianto tra reni incompatibili in Italia è stato eseguito per la prima volta a Parma nel 2008 quando era una pratica consolidata in Svezia, Usa e Giappone. La peculiarità non sta tanto nell’intervento in sè, quanto nella preparazione delle condizioni interne di chi riceve l’organo a evitare il possibile rigetto", ha spiegato il nefrologo che ha seguito la coppia.

L’operazione è stata eseguita il 28 settembre, ora la donna conduce una vita regolare: "Continuo a fare i controlli, ma finalmente non passo le sere attaccata alla macchina. Il gesto di mio marito è stato meraviglioso". "Non ci ho pensato su molto, lo ritengo un gesto normale, sto bene, avverto solo un po’ di stanchezza", ha replicato il marito Adriano.

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