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Salone del Libro, è rottura definitiva tra Milano e Torino

È rottura tra Milano e Torino, dopo il tentativo di mediazione del ministro Franceschini, per un unico Salone del Libro.
A cura di Redazione Cultura
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Il matrimonio non si farà. Torino non ha accettato le richieste degli editori schieratisi con l'idea di spostare il salone del libro a Milano. E si farà una fiera del libro tutta sua, con le proprie forze e con gli editori che vorranno starci. Si è svolto a Roma l’incontro per decidere il futuro del Salone del libro di Torino, dopo mesi di polemiche e divisioni tra editori, alla presenza del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, del presidente dell’Associazione Italiana Editori Federico Motta, di Renata Gorgani a nome della Fabbrica del libro, di Massimo Bray per conto della Fondazione per il libro e di altri rappresentati della politica di Milano. Quindi è confermato che dal 19 al 23 aprile 2017, a Rho-Pero, sarà ospitata una nuova fiera libraria, così come Torino ne avrà una tutta su.

«È una sconfitta per l’Italia» ha commentato il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. «Abbiamo provato a favorire un accordo, ma ci sono state troppe rigidità. Avremo due eventi che si fanno concorrenza a 100 chilometri di distanza».

La rottura, a questo punto, è definitiva. Per giorni si è cercato un difficile punto d’incontro, tra la volontà di Milano di organizzare la nuova manifestazione nella città degli editori e il convincimento di Torino di non rinunciare al Lingotto  per organizzare incontri letterari (con un ruolo importante dei librai) in giro per il capoluogo piemontese in contemporanea alla Fiera milanese. Purtroppo  corso dell’incontro, però, non è stato trovato un accordo tra le parti.

Anche il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha mostrato tutta la sua amarezza: “A questo punto ognuno per conto suo e vedremo nelle prossime ore se confermare le date di maggio o se fare qualche spostamento”.

Gli fa eco il sindaco di Torino, Chiara Appendino: “Non c’è stata apertura e noi andiamo avanti. Se si fosse trovato un accordo sarebbe stato meglio per il sistema Paese. Il Salone del Libro esiste, ha 30 anni, ed è a Torino. Se l’occasione era fare sistema, farlo accrescere e dare valore aggiunto al Paese, noi c’eravamo”,

Intanto Anita Molino, presidente di Fidare (Federazione Italiana degli Editori Indipendenti), ha lanciato in rete un appello in vista della Giornata Mondiale della Bibliodiversità in programma domani, 21 di settembre, in cui non mancano le critiche all’Aie.

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