Ztl, l’affondo di Legambiente e WWF: “Fascia Verde urgente, necessario stop ai Diesel Euro 5 a Roma”

La nuova Ztl Fascia Verde di Roma è necessaria e urgente. Lo sostengono le ‘Associazioni ambientaliste per la Mobilità sostenibile', da Legambiente a Greenpeace, dal WWF a GreenCities. Nel rapporto ‘Aria pulita per Roma 2030', pubblicato da Legambiente, le associazioni rivolgono un appello al Campidoglio per portare avanti il progetto senza ulteriori rinvii. La Fascia Verde, scrivono, "non può che essere un passaggio cruciale verso la riduzione dell’inquinamento dell’aria in città e la transizione verso una mobilità sostenibile e, in futuro, a zero emissioni. In questo senso, come associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile, riteniamo non solo che il progetto vada portato avanti senza ulteriori rinvii e senza creare scappatoie e deroghe che ne ridurrebbero gli impatti positivi sulla salute dei romani, ma che si possa fare di più e meglio".
Perché la Fascia Verde è urgente
Secondo le associazioni ambientaliste, la Fascia Verde "può diventare l’asse portante di una nuova fase della necessaria e ineludibile transizione verso una mobilità diversa, che metta al centro le persone, che azzeri le morti e i costi collettivi causati dall’inquinamento dell’aria e che punti a decarbonizzare il settore dei trasporti". Per questo hanno invitato "l’amministrazione di Roma ad andare avanti con decisione sul progetto di Fascia Verde e allo stesso tempo di prevedere le misure integrative necessarie ad assicurare l’efficacia e l’equità del progetto sia nel breve che nel lungo periodo".
L'aria di Roma è inquinata, sostiene il rapporto, allegando dati raccolti sui livelli di biossido d'azoto quest'estate. E la Fascia Verde è in sostanza "una zona a basse emissioni, in inglese low-emission zone (LEZ). Le LEZ, poiché inducono una sostanziale riduzione dell’inquinamento dell’aria, sono una misura di sanità pubblica, più che una politica ambientale in senso stretto". Insomma, la Fascia Verde consentirebbe "di ridurre l’inquinamento dell’aria, in particolare il PM2.5 e gli ossidi di azoto (NOx), inquinanti che derivano prevalentemente dal trasporto su strada".
Le soluzioni per mitigare l'impatto della Ztl sui cittadini
Oltre al potenziamento del trasporto pubblico e agli incentivi per l'acquisto di auto non inquinanti, le associazioni ambientaliste propongono alcune misure per mitigare l'impatto della Fascia Verde sui cittadini di Roma: "Prevedere forme di accompagnamento, limitate nel tempo e nell’ambito di applicazione, che consentano ai cittadini di abituarsi alle nuove regole, come sperimentato con successo a Bruxelles". Inoltre, "sviluppare un cronoprogramma pluriennale, sul modello di Amsterdam, che dia chiarezza a cittadini e attività economiche sui prossimi passaggi fino all’entrata in vigore, entro il 2030 di una zona a zero emissioni nella ZTL Centro Storico, da estendersi poi all’Anello Ferroviario e a Fascia Verde negli anni successivi". E ancora, "prevedere l’entrata in vigore di una congestion charge nell'Anello Ferroviario per i soli diesel euro 5 ed euro 6 e benzina euro 3 ed euro 4 entro il 2025, mantenendo il divieto assoluto di accesso e circolazione per tutti i diesel fino ad euro 4 e i benzina fino ad euro 2".
Fascia Verde, stop ai Diesel Euro 5 necessario
Come abbiamo scritto più volte, l'aggiornamento del piano regionale sulla qualità dell'aria prevede il divieto di ingresso nella Fascia Verde per tutti i veicoli diesel Euro 5 e classi inferiori a partire dal 1 novembre 2025. La Regione Lazio ha però concesso al Comune di Roma la possibilità di presentare un piano alternativo in modo da mantenere in vigore i divieti attuali.
Secondo Legambiente, "la disputa è tra il Comune di Roma e la Regione Lazio: il primo vuole bloccare il Piano regionale di Risanamento dell’Aria che a novembre di quest’anno dovrebbe fermare le auto Euro 5 diesel (che sono il 36% a Roma, dati ACI) ed Euro 2 a benzina dentro la Ztl (fascia verde del Comune di Roma)".
Nel frattempo, si ricorda nel rapporto, "la Regione continua a pagare le multe derivamti dalle due procedure d'infrazione europee (2014/2147 e 2015/2043) sul superamento dei limiti di NO2 nell'aria pari a 8,715 milioni di euro l'anno. Anche in questo caso, come Legambiente Lazio dobbiamo richiamare alla coerenza le due istituzioni che tra gli obiettivi dichiarati e le azioni concrete se non c'è un piano strutturato di interventi pubblici, ogni tentativo di deroga alle misure antismog rischia di tradursi in un arretramento sul fronte ambientale e sanitario, con conseguenze dirette per milioni di cittadini".