Willy Monteiro, il ricordo dell’amico che lo ha visto morire: “Non lo supererò mai: ho imparato a conviverci”

"Per me è diverso da chiunque ne parli. Perché io c'ero", ha esordito così Marco Romagnoli, l'amico di Willy Monteiro Duarte che si trovava con lui in quella tragica sera fra il 6 e il 7 settembre 2025, quando è stato picchiato a sangue e ucciso. "Sono passati cinque anni, ma è come se fosse passato un giorno solo. Willy è in qualsiasi cosa che faccio. Se oggi ho fatto un buon lavoro, penso a lui. Ed è grazie a lui. Non lo supererò mai, semplicemente ho imparato a conviverci".
Queste le parole di Romagnoli a margine dell'evento organizzato a Colleferro per l'anniversario di quanto accaduto. Presente all'evento anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il ricordo del migliore amico: "Sto imparando a convivere con la sua assenza"
"Non lo supererò mai, sto semplicemente imparando a conviverci – è quanto espresso dall'amico di Willy, rimasto con lui fino alla fine, in quella terribile sera – Mi è rimasto l'amaro di non aver fatto abbastanza, di come sono andate a finire le cose. Lo ricorderò per sempre, ma resta quell'amaro in gola che non va via. Ho visto morire il mio migliore amico davanti ai miei occhi. È un episodio che segna, non si supera. Ho solo imparato a conviverci, perché è l'unica via che ho per non disperarmi".
Ma non c'è cieca vendetta da parte sua: "Odio e violenza non servono. Sono il linguaggio di chi non sa usare la voce: io non sono un violento e non lo sarò mai. La violenza non porta a niente: è un fenomeno che c'è sempre stato, ma che continua a distruggere le vite delle persone, delle famiglie, degli amici. Spero che non accada mai più a nessuno".
Willy è rimasto nella vita di tutti i giorni per Marco: "Prima cercavo cinque minuti per una birra insieme, ora li trovo per andarlo a trovare al cimitero – ha poi concluso – Per me non se ne andrà mai. Resta con me, dentro ogni cosa che faccio e in ogni momento della mia vita".
Mattarella su Willy Monteiro: "Ucciso dalla violenza cieca"
Anche il presidente Mattarella, presente all'evento ha fatto riferimento alla violenza cieca, insensata e brutale: "Voleva evitare la violenza e la violenza, invece, è esplosa contro di lui – ha spiegato – È un italiano esemplare e per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d'oro al Valor Civile, il riconoscimento del suo gesto di coraggio e di altruismo. Non possiamo rischiare che la violenza diventi ordinaria, banale, rischia di fare occultare il tuo significato antiumano".
Alla violenza si affianca spesso anche l'indifferenza: "È negativa e spregevole come la prima, nasce dalla chiusura in se stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione", ha aggiunto. Ma si possono sconfiggere entrambe: "Servono la solidarietà, le relazioni umane, l'inclusione, il dialogo, la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri – ha poi concluso citando Martin Luther King – Ripeteva che l'odio moltiplica l'odio e la violenza moltiplica la violenza. E così nelle società e nel mondo la pace nasce da questo modo di pensare e comportarsi".