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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Willy Monteiro, il ricordo dell’amico che lo ha visto morire: “Non lo supererò mai: ho imparato a conviverci”

Si è tenuta oggi la cerimonia di commemorazione per Willy Monteiro, il giovane morto a Colleferro nella notte fra il 6 e il 7 settembre 2020. Presente figure istituzionali, fra cui Mattarella, i parenti e gli amici del giovane fra cui Marco che al momento del pestaggio si trovava con lui.
A cura di Beatrice Tominic
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"Per me è diverso da chiunque ne parli. Perché io c'ero", ha esordito così Marco Romagnoli, l'amico di Willy Monteiro Duarte che si trovava con lui in quella tragica sera fra il 6 e il 7 settembre 2025, quando è stato picchiato a sangue e ucciso. "Sono passati cinque anni, ma è come se fosse passato un giorno solo. Willy è in qualsiasi cosa che faccio. Se oggi ho fatto un buon lavoro, penso a lui. Ed è grazie a lui. Non lo supererò mai, semplicemente ho imparato a conviverci".

Queste le parole di Romagnoli a margine dell'evento organizzato a Colleferro per l'anniversario di quanto accaduto. Presente all'evento anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sergio Mattarella durante la commemorazione di Willy Monteiro.
Sergio Mattarella durante la commemorazione di Willy Monteiro.

Il ricordo del migliore amico: "Sto imparando a convivere con la sua assenza"

"Non lo supererò mai, sto semplicemente imparando a conviverci – è quanto espresso dall'amico di Willy, rimasto con lui fino alla fine, in quella terribile sera – Mi è rimasto l'amaro di non aver fatto abbastanza, di come sono andate a finire le cose. Lo ricorderò per sempre, ma resta quell'amaro in gola che non va via. Ho visto morire il mio migliore amico davanti ai miei occhi. È un episodio che segna, non si supera. Ho solo imparato a conviverci, perché è l'unica via che ho per non disperarmi".

Ma non c'è cieca vendetta da parte sua: "Odio e violenza non servono. Sono il linguaggio di chi non sa usare la voce: io non sono un violento e non lo sarò mai. La violenza non porta a niente: è un fenomeno che c'è sempre stato, ma che continua a distruggere le vite delle persone, delle famiglie, degli amici. Spero che non accada mai più a nessuno".

Willy è rimasto nella vita di tutti i giorni per Marco: "Prima cercavo cinque minuti per una birra insieme, ora li trovo per andarlo a trovare al cimitero – ha poi concluso – Per me non se ne andrà mai. Resta con me, dentro ogni cosa che faccio e in ogni momento della mia vita".

Mattarella su Willy Monteiro: "Ucciso dalla violenza cieca"

Anche il presidente Mattarella, presente all'evento ha fatto riferimento alla violenza cieca, insensata e brutale: "Voleva evitare la violenza e la violenza, invece, è esplosa contro di lui – ha spiegato – È un italiano esemplare e per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d'oro al Valor Civile, il riconoscimento del suo gesto di coraggio e di altruismo. Non possiamo rischiare che la violenza diventi ordinaria, banale, rischia di fare occultare il tuo significato antiumano".

Alla violenza si affianca spesso anche l'indifferenza: "È negativa e spregevole come la prima, nasce dalla chiusura in se stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione", ha aggiunto. Ma si possono sconfiggere entrambe: "Servono la solidarietà, le relazioni umane, l'inclusione, il dialogo, la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri – ha poi concluso citando Martin Luther King – Ripeteva che l'odio moltiplica l'odio e la violenza moltiplica la violenza. E così nelle società e nel mondo la pace nasce da questo modo di pensare e comportarsi".

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