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Violenta e aggredisce la ex, condannato a 15 anni. Le diceva: “Ringrazia che non ti ho seppellito”

“Non voleva che io ordinassi lo Spritz: per questo mi ha massacrato di botte e mi ha violentata”, ha raccontato in aula la donna.
A cura di Beatrice Tominic
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Quattordici anni, 8 mesi e 20 giorni: questa la durata della condanna per un uomo che, dopo aver incontrato la ex ad un aperitivo, l'ha aggredita, picchiata e violentata. "Ringrazia che non ti ho seppellito", le ha detto dopo averla aggredita. È successo nel Viterbese nel 2019 dopo un aperitivo insieme: "Non voleva che io ordinassi lo Spritz. L'ho preso ugualmente, ma per lui era una mancanza di rispetto nei suoi confronti. E mi ha massacrato di botte".

Ai 12 anni per la violenza sessuale si sono aggiunti 2 anni, 8 mesi e 20 giorni, come riporta Tuscia Web.it, della condanna inflitta dal gup nel 2020 per i reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia con lo sconto conseguente al rito abbreviato. Già trasferito nel carcere di Nicandro Izzo di Viterbo.

Cosa è successo: le violenze e le aggressioni

I fatti risalgono al 2019. "Siamo andati a prendere un aperitivo insieme. Lui non voleva prendessi lo Spritz, perché è alcolico. L'ho presto lo stesso, per lui è stata una mancanza di rispetto – ha dichiarato la donna in aula – Stavamo per andare a cena in un ristorante. ma lungo il tragitto si è fermato ad un'area di servizio e ha iniziato a massacrarmi di botte. Siamo tornati subito a casa e ha continuato a picchiarmi. Quando cadevo per terra mi minacciava. Alzati, io non meno chi si trova a terra, mi diceva".

Le botte sono durate almeno per un'ora e mezza. "Mi ha obbligata ad andare in bagno, mi ha fatto chinare sulla vasca e mi ha violentata. Il giorno dopo mi ha detto Ringrazia che ieri non ti ho seppellitoHo avuto paura di morire, all'inizio anche di denunciare. Poi ho parlato con mio fratello e mio padre: una persona che fa cose di questo genere deve pagare". Il fratello l'ha accompagnata prima in ospedale e poi dalla polizia.

Il referto in ospedale

Denunciato, l'uomo ha tentato di difendersi a processo ammettendo la lite e di aver dato alla donna un paio di schiaffi per calmarla. "Stava dando in escandescenze. Poi abbiamo fatto pace e abbiamo avuto un rapporto", avrebbe detto. Ma la visita medica a cui è stata sottoposta la donna due giorni dopo racconta altro. Costole e setto nasale rotto, ecchimosi in faccia e sulla testa: troppe lesioni presenti per giustificarle con due schiaffi.

Una volta a processo il pm ha chiesto una condanna ad 8 anni, poi raddoppiati dal giudice. L'imputato è poi stato riaccompagnato in carcere, dove era già detenuto. La Corte d'appello ha confermato la pena in primo grado e la Cassazione è stato dichiarato il ricorso inammissibile.

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