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Vincono 5 milioni di euro col Gratta e Vinci e poi litigano: uno tiene per sé tutti i soldi

I protagonisti di questa storia sono Pierluigi e Massimo, entrambi camionisti. Lavorano in tutta Italia, ma ogni sabato si incontrano a Roma e giocano al Gratta e Vinci.
A cura di Enrico Tata
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Si vedevano in bar della Romanina e giocavano al Gratta e Vinci. "Se vinciamo, facciamo a metà", la promessa che si erano fatti. Ma alla prova dei fatti, il patto è saltato: uno dei due ha infatti vinto ben cinque milioni di euro, ma non ha diviso la vincita: "Vallo a dimostrare che quei soldi spesi per acquistare i biglietti erano anche i miei".

I protagonisti di questa storia riportata sul Messaggero sono Pierluigi e Massimo, entrambi camionisti. Lavorano in tutta Italia, ma ogni sabato si incontrano a Roma e giocano al Gratta e Vinci. "Quel sabato ci siamo incontrati al bar e io come sempre ho dato a Massimo cinquanta euro, lui ha messo i suoi con la promessa di acquistare i biglietti e di rivederci il lunedì", ha raccontato uno dei due.

Il lunedì, però, non si presenta all'appuntamento a causa di una brutta caduta. "Massimo però aveva acquistato cinque gratta e vinci da 20 euro vincendo con un uno e con il numero 19 ben cinque milioni di euro. Mi manda la foto del biglietto commentando “abbiamo svoltato” ma non è stato così purtroppo".

Massimo, infatti, non ha mai diviso la vincita con il suo collega. "Pensi che la compagna avendo paura che qualcuno potesse rubargli il biglietto perché alla Romanina si era sparsa la voce mi chiese aiuto e io li ospitai da me, in Abruzzo, per una notte trovandogli poi una sistemazione in cui rimasero per alcuni mesi ma i soldi mai avuto".

In ogni caso a un certo punto Massimo decide di fare un regalo all'amico e acquista un'autofficina con i soldi del Gratta e Vinci: "Mi disse che voleva acquistare un’autofficina, lui era il titolare io figuravo come dipendente. Non avevo nulla per dimostrare che avevo partecipato all’acquisto di quei biglietti così lo presi come un atto di gentilezza anche se poi ho cercato di chiederli i soldi, comunque cercammo il locale e lo trovammo. Impiegammo appena quattro mesi e l’autofficina dopo la vincita di maggio fu aperta a ottobre. Dopo quattro mesi pretese di vendere l'attivitò, io mi opposi e fui anche minacciato di morte con persone che si sono prese almeno il 60 per cento dell’attrezzatura".

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