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Usano un’app per generare foto delle compagne di classe nude: due 14enni dai carabinieri

Per loro si potrebbe configurare l’accusa di produzione e diffusione di materiale pedopornografico. Hanno utilizzato un’app che si trova online per “spogliare” le foto di donne creando immagini realistiche. Il caso in una classe di terza media della capitale.
A cura di Redazione Roma
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Volevano fare "uno scherzo" hanno detto ai carabinieri, invece i due quattordicenni sono finiti decisamente nei guai, e ora dovranno rispondere dell'accusa di produzione di materiale pedopornografico. I due amici pensavano forse che fosse divertente, e non una molestia, usare una app online per "spogliare" le proprie compagne di classe creando delle immagini finte a partire da foto reali in cui le giovani apparivano nude. Il meccanismo è semplice si invia in una chat la foto della persona, e pochi secondi dopo un bot risponde generando la stessa foto ma in cui il soggetto è senza vestiti.

Si tratta di deepfake, ovvero immagini false ma plausibili create grazie a un software, che poi venivano fatti circolare in delle chat su WhatsApp. Protagoniste loro malgrado delle immagini cinque ragazzine di soli 13 anni, che apparivano completamente nude nelle foto che hanno visto tutti i loro compagni di scuola. Così la vicenda è arrivata ad alcuni genitori che si sono rivolti alle forze dell'ordine.

L'indagine ha appurato così che le foto non erano vere, ma create grazie a un bot a pagamento, dove è possibile pagare anche in criptovalute. Al momento sono quattro le famiglie che hanno sporto denuncia, da quanto riporta il quotidiano la Repubblica che ha portato alla luce il caso che sta coinvolgendo una classe di una terza media della capitale. Si tratterebbe della prima denuncia simile con al centro questo tipo di applicazioni. Gli investigatori ora sono a lavoro per accertare chi abbia prodotto le immagini e chi le abbia diffuse, se insomma le responsabilità siano più larghe di quelle finora individuate.

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