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Uccide la moglie con un fucile e si spara davanti alla figlia: s’indaga sulla provenienza dell’arma

Si chiamava Anna Cupelloni la donna uccisa sabato sera dall’ex marito, Ciriaco Pagliaru. Il femminicidio è avvenuto davanti la figlia della coppia, che ha assistito impotente alla scena: è stata lei, in stato di shock, a dare l’allarme. Quando carabinieri e soccorritori sono arrivati sul posto, si sono trovati davanti i corpi ormai senza vita degli ex coniugi.
A cura di Luca Ferrero
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Castel Sant'Elia, la cittadina dove sabato è avvenuto il brutale femminicidio costato la vita ad Anna Cupelloni, è sotto shock. Gli investigatori sono al lavoro su più fronti per stabilire le dinamiche di quanto avvenuto nella serata di sabato in un casale del viterbese. Qui, Ciriaco Pagliaru ha ucciso sua moglie Anna Cupelloni con un colpo di fucile al petto, poi si è sparato alla gola. Il tutto è accaduto sotto gli occhi della figlia maggiore, che è riuscita a chiamare i Carabinieri della Compagnia di Civita Castellana. Non ci sono certezze sul movente: i due si stavano separando, una delle ipotesi è che l'uomo non abbia accettato la decisione della moglie.

L'incontro al casale di Castel Sant'Elia

La tragedia si è consumata in località Pianaiella, in un casale alle porte del piccolo comune di Castel Sant'Elia, a circa un chilometro di distanza dalla casa dei coniugi. Secondo le prime informazioni, l'uomo avrebbe atteso lì sua moglie prima di fare fuoco. Stando alle prime ricostruzioni, l'uomo avrebbe sparato alla moglie subito dopo l'arrivo al casale. Ad assistere alla scena, la figlia maggiore, che ha lanciato l'allarme. La donna, sotto shock per quanto visto, ha avuto bisogno delle cure dei sanitari del 118 per lo stato di forte agitazione in cui si trovava.

Il mistero del fucile e la separazione

Sono in corso ricerche anche sull'arma utilizzata per il femminicidio. Ciriaco Pagliaru, infatti, non è risultato in possesso né di armi né di un regolare porto d'armi. Stando alle prime indiscrezioni, ancora da verificare, il fucile sarebbe di proprietà di un conoscente dell'uomo e quindi detenuto illegalmente. Non è chiaro se questa persona abbia denunciato o meno la sparizione dell'arma, che non avrebbe dovuto essere nelle mani di Pagliaru. Accertamenti su questo sono in corso da parte dei carabinieri che indagano sul caso.

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