Uccide la madre a coltellate e mura il corpo in casa a Roma: “Era capace di intendere e volere”

La Corte d'Appello di Roma ha confermato la condanna in primo grado a dieci anni di carcere per Massimo Barberio, l'uomo che nel 2023 ha ucciso la madre e ha nascosto il corpo. Dopo averla avvolta in un telo di plastica, l'ha murata in uno degli armadi della casa in cui vivevano a Primavalle. Ma undici giorni dopo, a causa del tanfo irrespirabile, è stato proprio lui a far scattare l'allarme e ad allertare i carabinieri che, raggiunta l'abitazione, hanno trovato il corpo dell'ottantottenne murato nell'armadio.
L'omicidio dell'anziana risale al 19 settembre del 2023 quando l'uomo ha ucciso la madre, Egidia, alle prime ore del mattino, appena alzati. Le ha dato il buongiorno e l'ha seguita in cucina, dove stava mettendo su il caffè. "Ho visto il coltello e ho iniziato a colpirla", ha raccontato l'uomo, oggi sessantunenne, che lo scorso maggio è stato condannato un primo grado a 10 anni di carcere. Confutata la tesi dei periti: per i giudici della Corte di Appello "era in grado di intendere e volere".
Uccide la madre per 3mila euro: il delitto nella casa di Primavalle
Barberio avrebbe ucciso sua madre per soldi. "Riceveva una pensione di 700 euro, ma avevamo un debito di 2mila euro. Lei non lo sapeva. L'ho uccisa proprio perché non volevo che lo sapesse – ha detto l'uomo in aula – Non ci sono altri motivi. L'ho colpita tre forte sul lato destro mentre ero ancora in dormiveglia, lei si è accasciata, aveva gli occhi aperti ed io glieli ho chiusi".
Dopo ha nascosto il corpo. "All'inizio non sapevo che fare, poi l'ho chiusa nell'armadio. Ma è diventato sempre più difficile, gli odori più forti nonostante fosse chiusa nell'armadio, avvolta nella plastica e murata nel cemento".
Il processo: le due condanne e l'esito dei periti
Barberio, come anticipato, è stato condannato a 10 anni lo scorso maggio. La pena è stata confermata ieri in Appello. Inizialmente i periti avevano dichiarato l'uomo non socialmente pericoloso, ma il sostituto procuratore Antonio Verdi ha contestato le perizie. Ed è arrivata anche la conferma della condanna, come riporta nell'edizione locale la Repubblica.