Torre Maura, la struttura sanitaria inaugurata a luglio da Rocca non ha mai aperto: “Mancano medici e permessi”

Nessun prelievo, nessun battito auscultato, nessun consulto medico, nessuna prescrizione. La rivoluzione della sanità laziale e non solo dovrebbe passare attraverso le Case della Comunità, presidi diffusi nel territorio con numerosi servizi essenziali per la salute dei cittadini, ma in quella di via delle Averle a Roma, nel quartiere di Torre Maura, al momento è il deserto.
"Inaugurata in pompa magna lo scorso mese di luglio alla presenza di numerose cariche istituzionali, dopo sei mesi è un presidio medico privo di qualsiasi servizio, mai aperto al pubblico", denuncia a Fanpage.it il consigliere regionale del Partito Democratico Massimiliano Valeriani, in visita alla struttura mercoledì 10 dicembre.
Casa della Comunità di Torre Maura: "Inaugurate le stanze, non le attività"
Previste dal Decreto Ministeriale 77 del 2022, nel Lazio sono state realizzate con le risorse del Pnrr quasi cento Case della Comunità. Di queste, però, pochissime sono pienamente attive. Il decreto prevede una serie di requisiti organizzativi e funzionali, alcuni facoltativi altri obbligatori, tra cui la presenza di medici di medicina generale e pediatri. Nulla di tutto questo è operativo nella struttura di Torre Maura. "Sono state di fatto inaugurate le stanze, ma non le attività: i lavori edilizi sono conclusi, ma mancano i professionisti necessari", continua Valeriani, che è anche presidente della Commissione Trasparenza e componente della Commissione Sanità.
La Casa di via delle Averle, finanziata con 1,9 milioni di euro, dovrebbe garantire numerosi servizi: diagnostica di base, assistenza domiciliare, infermiere di famiglia e comunità, punto prelievi, screening, Cup, consultorio e centro unico di prenotazione.
"Questa è la strada giusta, che stiamo percorrendo giorno dopo giorno, per ricucire la fiducia con i cittadini", aveva dichiarato durante l’inaugurazione dell'8 luglio il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Gli studi, gli sportelli e la sala d’attesa sono lì, ma nessuno ci lavora.

Asl Roma 2: "Aspettiamo autorizzazione dalla Regione"
"Siamo in procinto di aprire", spiegano dall’Asl Roma 2, competente per la struttura, "aspettiamo le autorizzazioni dalla Regione". Sul sito dell’Asl, però, non c’è alcuna indicazione in merito e il presidio sembra pienamente funzionante, con ambulatori e servizi attivi.
Anche al centralino indicato sul sito non hanno informazioni utili: "Risulta non attiva, ma forse è aperta da poco e devono aggiornare il sistema. Le do il numero del Punto d’accesso di quel distretto", rispondono a chi chiede gli orari disponibili per una visita pediatrica.
"Questa è una struttura nuova, non subentra a un vecchio poliambulatorio", chiariscono ancora dall’Asl Roma 2. "Dobbiamo quindi fare un nuovo accreditamento per ogni attività sanitaria. Abbiamo mandato tutta la documentazione alla Regione e stiamo aspettando la risposta, ma ci sono tempi tecnici: devono venire gli ingegneri…", concludono.
Continuano le inaugurazioni, Valeriani: "Rischio cattedrali nel deserto"
"Le liste di attesa si allungano e aumenta il numero di persone che rinuncia a curarsi", aggiunge Valeriani ricostruendo i problemi della sanità laziale. "Secondo i dati di Agenas nel 2024 ben 685.769 cittadini del Lazio hanno rinunciato a visite ed esami diagnostici, con un aumento di quasi 86.000 persone rispetto all'anno prima. Con il 12% della popolazione che rinuncia alle cure, il Lazio è la quarta peggior regione d'Italia, ben al di sopra della media nazionale del 9,9%".
Nel frattempo proseguono le inaugurazioni. Domani, giovedì 11 dicembre, il presidente Rocca, assieme al direttore generale della Asl Roma 1 Giuseppe Quintavalle, inaugurerà tre Case della Comunità in contemporanea: sarà in presenza per il taglio del nastro di quella in zona Cipro, e in collegamento per ‘Montespaccato' e ‘Valle Aurelia'.
"Tanti tagli del nastro, ma questi presidi restano delle strutture vuote senza servizi sanitari per i cittadini", aggiunge il consigliere del Pd. Sul caso di Torre Maura, conclude: "Il presidente Rocca aveva elencato l'apertura di molte prestazioni e attività per i cittadini, ma oggi non c’è ancora nulla. In assenza di risorse e personale adeguato, come molte strutture previste dal Pnrr, questa rischia di restare una cattedrale nel deserto oppure di essere assegnata ai privati. Questo sembra essere il vero obiettivo della destra regionale: ridurre la sanità pubblica e sostenere quella privata, dove però si cureranno solo i più abbienti". Intanto, si potrebbe iniziare aggiornando il sito web.