Termovalorizzatore a Santa Palomba in funzione non prima di 3 anni, Zaratti (AVS): “Un regalo ai privati”

Se è vero che tutti i nodi vengono al pettine, per Filiberto Zaratti, deputato di Avs, tutti i dubbi sul termovalorizzatore sono stati portati in superficie nel piano industriale del progetto. "Abbiamo avuto la certezza di ciò che temevamo – spiega a Fanpage.it – Si tratta di un investimento sbagliato e obsoleto per la capitale in questo 2025: rappresenta un regalo ai privati a cui viene data garanzia di profitti per trent'anni, con costi economici, ambientali e sociali tutti a carico delle comunità. E Roma non se lo può permettere".
L'impianto non entrerà in funzione prima di 44 mesi, come scritto nella tabella del cronoprogramma. "Questo dimostra che l'opera non ha nulla a che vedere con il Giubileo – dichiara Zaratti – Anzi, questi giorni lo hanno dimostrato bene: fatta eccezione per rari casi (come nell'intera area di Tor Vergata dopo il deflusso dei giovani e giovanissimi pellegrini, ndr), Roma può essere pulita anche senza inceneritore".
Secondo Zaratti il piano prevede ciò che avevano sempre scongiurato: "I progettisti e il Comune di Roma avevano assicurato che l'impianto sarebbe stato utilizzato per rifiuti di Roma, ma non è vero. È previsto il trasporto di rifiuti da altre città, anche quelle che non sono nel Lazio – aggiunge – Se il concedente Roma Capitale è impegnato a garantire l'equilibrio economico-finanziario per assicurare che dall'inizio e per trent'anni arrivino 600mila tonnellate annue di rifiuti, significa che Roma non farà più la raccolta
differenziata, con buona pace delle politiche di economia circolare annunciate dal commissario Gualtieri".
La tariffe che vengono già ipotizzate, però, sarebbero ben superiori rispetto a quelle di mercato attuale: dalle standard di 218 euro per tonnellata di rifiuti in impianti simili, si arriva anche a oltre 270 euro per tonnellata. "Un grande affare per i privati e non per i cittadini di Roma", sottolinea ancora Zaratti.
Quindi cambia le carte in tavola questa situazione? "Sicuramente esplicita tutte le preoccupazioni degli ambientalisti che di volta in volta venivano ribattute dal sindaco, commissario e dai progettisti del dell'impianto e che, in realtà, trovano una verifica purtroppo evidente del piano industriale – aggiunge – Noi continueremo a dire al commissario dei rifiuti di Gualtieri e al Comune di Roma che è necessario modificare sostanzialmente questo piano dei rifiuti che è stato messo in campo e che vede la realizzazione di un inceneritore che non serve, anzi è dannoso, non soltanto per l'ambiente e per la salute, ma anche per le tasche dei cittadini romani".

E a chi dice che non esistono alternative risponde: "È necessario invertire la rotta e investire fortissimamente sulla raccolta differenziata porta a porta. Immaginiamo cosa sarebbe Roma senza cassonetti. Un altro impianto di incenerimento non serve. Anche gli ultimi grandi eventi hanno dimostrato che il problema dei rifiuti è da far risalire a un problema di organizzazione degli stessi: se si introducesse il porta a porta la pulizia della città migliorerebbe ancora".
A dimostrarlo anche altri comuni nel Lazio: "Ormai quasi tutti i comuni del Lazio, almeno il 70%, utilizzano la raccolta differenziata. Ed è così che dovrebbe porsi la città di Roma: aumentare in modo significativo la raccolta differenziata significa più materiale recuperato, fra cui importanti e rare risorse che costerebbe troppo acquistare dall'Estero, meno costi per la città e contemporaneamente, ovviamente, viene meno la necessità di cedere i rifiuti. Non a caso in tutta Italia l'obiettivo è quello di diminuire inceneritori e termovalorizzatori. Anche perché, non dimentichiamolo, sulle emissioni di CO2 che produrrà l'impianto l'Italia dovrà pagare delle multe salate all'Unione Europea per gli obiettivi di decarbonizzazione", aggiunge.
"Questo è un progetto che in altre regioni stiamo portando avanti nelle campagne elettorali nelle Marche con Matteo Ricci e in Toscana con Eugenio Giani – sottolinea – È evidente che la scelta che si sta facendo a Roma è una scelta in controtendenza anche rispetto a quello che accade nel resto del Paese. L'inceneritore non c'entra nulla con la città pulita".