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Tatuaggi e piercing vietati sotto i 14 anni nel Lazio: ecco cosa prevede la nuova legge

La legge che vieta tatuaggi e piercing agli under 14 approvata lo scorso 10 febbraio dal Consiglio regionale prevede anche l’aumento delle ore di formazione per l’abilitazione alla professione. Approvato inoltre l’emendamento per stanziare mezzo milione di euro in tre anni per donne con mastectomia.
A cura di Alessia Rabbai
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Tatuaggi e piercing vietati nel Lazio al di sotto di quattordici anni d'età. È quanto stabilito dal Consiglio regionale, con una nuova legge approvata il 10 febbraio che regola il settore dei tatuatori, professionisti ai quali si rivolgono sempre più giovani e giovanissimi, che desiderano farsi fare un disegno indelebile o fori in varie parti del corpo. Promotrice della legge Marta Leonori, la quale spiega come il provvedimento sia un intervento volto a regolamentare la disciplina e che si aggiunge al divieto sotto ai diciottanni, senza l'autorizzazione dei genitori. Oltre ai divieti rivolti agli under 14 la legge prevede anche l'aumento delle ore di formazione previste per il raggiungimento dell'abilitazione alla professione, da 90 a 800 ore per i tatuaggi, 300 per i piercing. La misura ha come obiettivo quello di una maggiore tutela del settore, promuovendo preparazione degli operatori e qualità del lavoro, con un'attenzione anche ai corsi di aggiornamento in itinere.

Contributi per mezzo milione di euro alle donne che hanno subito una mastectomia

La legge su tatuaggi e piercing contiene inoltre un emendamento presentato dalla consigliera democratica Sara Battisti, per contributi a favore delle donne che hanno subito una mastectomia, ossia un intervento chirurgico che prevede la rimozione totale o parziale della mammella in caso di cancro e che è stato approvato. Grazie a quesi fondi stanziati dal valore di mezzo milione di euro in tre anni, le donne potranno farsi fare un tatuaggio per coprire le cicatrici dell'operazione, qualora lo desiderino. "L'arte, con questo emendamento, diventa strumento di cura, soprattutto psicologico, per alleviare il disagio delle donne che a causa di cicatrici e mastectomia al seno, sentono di perdere parte della propria femminilità, della propria bellezza più intima – spiega la consigliera Battisti – È un grandissimo risultato che cristallizza con il voto favorevole dell'aula. Siamo i primi in Italia a farlo".

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