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Sparatoria a Fidene

Claudio Campiti il killer di Fidene: la vita sconvolta dalla morte del figlio in un incidente in sci

Aveva perso sui figlio 14enne nel 2012, dopo un incidente sulla neve. Questo dolore non gli ha impedito di impugnare la pistola e fare fuoco contro altre persone innocenti.
A cura di Beatrice Tominic
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Claudio Campiti e il figlio Romano, morto in un incidente a 14 anni.
Claudio Campiti e il figlio Romano, morto in un incidente a 14 anni.
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Si è chiuso la porta dietro di sé, ha estratto l'arma ed ha sparato. Queste le azioni compiute da Claudio Campiti, 57enne che ieri ha ucciso tre donne e ferito altre tre persone a Fidene, mentre si stava svolgendo una assemblea del consorzio di ville. L'uomo, come hanno raccontato alcuni testimoni presenti al momento della strage, avrebbe urlato: "Vi ammazzo tutti", entrando nel luogo in cui si stava svolgendo l'assemblea del consorzio di ville Valle Verde, che si estende in un territorio di 25 ettari in provincia di Rieti. Poi ha puntato il gruppo di dirigenti.

Campiti da tempo aveva preso di mira il consorzio: denunciato per minacce e comportamenti violenti, teneva da tempo un blog. "Benvenuti all'inferno", in cui il riferimento all'area residenziale delle ville del consorzio era chiaro. Gli scritti deliranti condivisi con il web sono soltanto il culmine nella vita di Campiti, che da tempo scriveva anche ai giornali locali del Trentino Alto Adige: è lì che, sulla pista da slittino della Croda Rossa, a Sesto Pusteria, ha perso il figlio 14enne, in un incidente sulla neve.

L'incidente sulla neve

L'incidente di Romano, il figlio del killer di Fidene, morto ad appena 14 anni, risale ad esattamente dieci anni fa. Nel 2012 il ragazzo si trovava in vacanza sulla neve e stava prendendo lezioni di sci quando ha perso la vita. La convinzione del padre è che la pista fosse pericolosa, troppo per un ragazzo senza alcuna esperienza. Claudio Campiti, in quella circostanza, era rimasto in prima linea per tutto l'iter giudiziario, terminato nel 2017. È stato allora che la Corte d'Appello di Bolzano ha confermato la sentenza di primo grado, condannando ad un anno e tre mesi di reclusione il maestro di sci, il direttore del centro sciistico di Sesto-Croda e l'addetto alla sicurezza. In precedenza, invece, era stato fissato un risarcimento di 240mila euro per la famiglia del giovane.

Dopo quella traumatica vicenda, l'uomo ha iniziato ad inviare lettere ai giornali locali per riportare attenzione sul caso di suo figlio o per commentare quello di altri giovani. "Mi alzo la mattina e c'è Romano – ha confessato al quotidiano Adige nel 2016 – Vado a letto e c'è di nuovo lui. Oggi mio figlio è più presente nella mia vita di prima. Penso a quello che avrebbe potuto fare, se non fosse diventato un ricordo".

Gli scritti nel blog contro il consorzio

"È un feudo concesso dallo Stato al Consorzio Valleverde, in provincia di Rieti siamo all'avanguardia come il Giappone – si legge fra gli scritti del blog di Campiniti – Lui ha ‘legalizzato' la mafia concedendogli anche una testata giornalistica, noi l'associazione a delinquere mafiosa con tanto di pagamento del pizzo".

Le invettive condivise online rappresentano soltanto l'ennesimo modo in cui Campiti manifestava l'astio nei confronti del consorzio di ville di cui faceva parte. Minacce, comportamenti violenti: "Era sempre polemico, ma come ce ne sono tanti", ricordano i condomini. E invece qualcosa, stavolta, è stato diverso: "Si è presentato con la pistola, pensavamo volesse utilizzarla per minacciarci, ma poi ha iniziato a sparare".

Non si conosce il numero esatto di spari avvenuti all'interno del gazebo di via Monte Gilberto. "Ricordo due o tre colpi, ma mi hanno detto che ce ne sono stati di più – ha raccontato un testimone che si trovava in assemblea al momento degli spari – Sarà durato tutto due minuti appena: è stata una scena tragica". Oltre alle tre donne morte, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, anche altre tre persone sono rimaste ferite: una 80enne colpita al torace; una colpita al cranio, nelle condizioni più gravi e un uomo di 67enne ferito alla guancia. È lui che ha disarmato il killer ed è rimasto colpito nella colluttazione con Campiti.

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