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Si toglie la vita a 15 anni a Latina, il procuratore: “Indagini in corso anche fuori dalla scuola”

Continuano le indagini sul suicidio del quindicenne che si è tolto la vita a Latina. Il procuratore: “Accertamenti anche fuori dalla scuola”.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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"Stiamo continuando a svolgere le indagini per ricostruire le cause che hanno portato il giovane a togliersi la vita anche fuori dalla scuola", queste le parole del capo della procura di Cassino Carlo Fucci, che sta indagando sul suicidio del ragazzo insieme alla procura dei minori di Roma e agli ispettori del Miur.

Le verifiche sono scattate immediatamente. "Si tratta di una lunga inchiesta, forse ci vorranno anche dei mesi per ricostruire cosa possa aver portato il giovane al suicidio. E gli approfondimenti riguardano anche ambienti estranei alla scuola. Si cerca anche negli altri luoghi che frequentava: lo scopo è avere un quadro completo nel più breve tempo possibile".

Le indagini sul caso e i messaggi in chat

Le indagini continuano serratissime con la collaborazione stretta fra Procura e ministero: a occuparsi del caso i carabinieri del Ris che stanno svolgendo le ricerche anche nei dispositivi elettronici posti sotto sequestro, come il pc e il telefonino, alla ricerca di chat e altri dati utili alle indagini. "I risultati saranno poi uniti alle testimonianze e al resto del materiale acquisito fino ad ora".

Al vaglio di chi indaga anche l'ultimo messaggio ai compagni, nella chat di classe, la sera prima, in cui scriveva di riservargli un posto in prima fila. "Sono messaggi contraddittori. Sicuramente gli piaceva vivere la scuola, ma avrebbe voluto trovarsi a vivere una situazione tranquilla: in termini di psicologia forense quel messaggio potrebbe voler dire lasciate dei fiori al primo banco", è quanto ha spiegato il procuratore al Corriere della sera. 

L'addio al quindicenne, la garante: "Dovevamo fare di più"

Dura nelle sue parole a Fanpage.it la Garante dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Monica Sansoni. "Esistono numerosi strumenti per contrastare il bullismo. E noi dovevamo fare di più", ha detto a Fanpage.it. Il primo a fare riferimento alla situazione vissuta dal quindicenne era stato il fratello in una lettera inviata alle istituzioni. Era stato lo stesso adolescente a commentare il rientro a scuola parlando della "fine della libertà" al termine delle vacanze. Un giudizio che aveva ben poco a che fare con il rientro ai compiti e che, invece, potrebbe aver fatto riferimento alla sua rete di relazioni.

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