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Si toglie la vita a 14 anni preso di mira dai bulli: segnalati alla Procura 4 compagni di classe

Sono 4 i compagni di classe convocati dalla Procura dei Minori di Roma nell’ambito delle indagini sulla morte del ragazzo di 14 anni in provincia di Latina: lo scorso 11 settembre è stata aperta un’inchiesta per istigazione al suicidio.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repetorio
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A una settimana dall'apertura del fascicolo per istigazione al suicidio del ragazzo di 14 anni che si è tolto la vita in provincia di Latina potrebbero essere convocati alla Procura dei Minori di Roma i quattro compagni di classe indicati dai genitori come i bulli che avevano preso di mira l'adolescente.

Non si tratterebbe di un'intera classe, dove il quattordicenne avrebbe potuto contare su qualche volto amico, ma di un gruppetto di quattro persone nei confronti dei quali non sono mai stati presi provvedimenti, nonostante le numerose segnalazioni e denunce sul caso. "La scuola ha fatto cadere nel vuoto il nostro sforzo, lo hanno perseguitato per tutto lo scorso anno", sottolinea il padre del quattordicenne. E lui, al primo giorno di scuola, probabilmente temendo di ritrovarsi a vivere la situazione dell'anno precedente, che considerava un martirio, si è tolto la vita. "Lasciatemi un posto in prima fila", è l'unico messaggio lasciato dal giovane, nella chat di classe, prima di togliersi la vita.

L'inchiesta sull'istigazione al suicidio per la morte del quattordicenne

L'inchiesta è stata aperta lo scorso 11 settembre 2025 per istigazione al suicidio: i carabinieri, coordinati dalla Procura di Cassino, stanno cercando di ricostruire l'accaduto. Per il momento i quattro ragazzini segnalati dal papà dell'adolescente non figurano iscritti sul registro degli indagati.

Già ascoltati, invece, i familiari del quattordicenne. "Era stato preso di mira dalle elementari – hanno raccontato – Lo chiamavano femminuccia, Nino D'Angelo e gli storpiavano il nome utilizzando il vezzeggiativo femminile per i suoi capelli lunghi".

Denunce e segnalazioni: "In cinque anni non è stato fatto niente"

La situazione era stata segnalata la prima volta cinque anni fa, con una denuncia nei confronti di una maestra che, come riportato da la Repubblica, anziché calmare gli animi avrebbe inasprito i rapporti fra il giovane e la classe. Nel corso degli anni sarebbero state più di quindici le segnalazioni inoltrate per fare presente cosa succedeva in classe e cosa il quattordicenne era costretto a subire.

Mentre le indagini continuano in Procura, è scattata anche l'inchiesta da parte del ministero dell'Istruzione. È stato lo stesso Valditara a rassicurare sul caso: "Sto seguendo questo drammatico caso con attenzione". È a lui, alla premier Giorgia Meloni e a Papa Leone XIV che il fratello del ragazzo ha inviato una lettera: "Si è ucciso perché era perseguitato dai bulli".

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