Sequestri e torture con spranghe e acqua bollente per debiti di droga: arrestati anche minorenni

Due episodi di tortura, lesioni e sequestro di persona a scopo di estorsione e un attentato dinamitardo sono le accuse contestate a 11 persone arrestate.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagini dei carabinieri relative all’operazione
Immagini dei carabinieri relative all’operazione

Avrebbero sequestrato le vittime all'interno di un garage per ore, prendendole a sprangate, a pugni e a calci fino a versargli acqua bollente addosso, provocandogli lesioni gravi per debiti di droga. I fatti sono avvenuti in zona Massimina a Roma a marzo e a giugno 2025. I carabinieri hanno dato esecuzione a due provvedimenti applicativi di misure cautelari nei confronti di undici persone tutte italiane, sei maggiorenni portate in carcere e di cinque minorenni, due finiti nell'Istituto minorile e tre in una comunità. I reati dei quali sono indiziate sono a vario titolo di tortura, sequestro di persona e tentata estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, porto abusivo di esplosivo in luogo pubblico e danneggiamento aggravato.

I provvedimenti sono scattati su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma e del Tribunale per i Minorenni, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura e della Procura per i Minorenni. Provvedimenti che arrivano a seguito di un'indagine fatta dai carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere coordinata partita da un arresto in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente che risale a marzo 2025. L'arresto e i successivi accertamenti hanno portato gli investigatori a scoprire gravi elementi indiziari su due episodi di tortura, lesioni e sequestro di persona a scopo di estorsione.

Secondo quanto ricostruito alcuni degli indagati, per debiti di droga e possesso sarebbero andati a prendere le vittime direttamente nelle loro case, portandole via. Le avrebbero segregate all'interno di un garage per alcune ore. Un tempo che alle vittime è sembrato infinito, durante il quale hanno subito ripetuti atti di crudelità. Con mani e piedi legati alle sedie e occhi bendati, venivano prese a pugni e schiaffi, colpiti con spranghe o altri oggetti contundenti. Sono state ustionate con acqua bollente, riportando gravi lesioni.

Le indagini hanno inoltre portato gli inquirenti a scoprire gravi elementi indiziari nei confronti del mandante, dell'esecutore materiale e di altre persone che sarebbero coinvolte nell'esplosione avvenuta di un ordigno il 30 giugno all'altezza del civico 39 di via Calcagnini in zona Primavalle. Un attentato dinamitardo a seguito del quale parte dell’androne condominiale della palazzina Ater è ceduta. Un episodio che aveva causato paura e preoccupazione tra i residenti. Ora gli unidici arrestati dovranno rispondere delle accuse a loro carico.

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