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Sepoltura dei feti: il Comune cambia le regole per la privacy delle donne, ma è una soluzione a metà

Targhette senza nomi delle donne sulle tombe dei feti abortiti, ma ci sarà solo un numero riconducibile ai dati in un apposito registro. Il Comune di Roma cambia le norme a tutela della privacy della donna a seguito dei fatti di cronaca che hanno visto protagonista il Cimitero Flaminio. Resta aperto il tema dell’imposizione delle croci e delle donne che rifiutano la pratica della sepoltura.
A cura di Alessia Rabbai
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Il Campidoglio cambia le norme per la sepoltura dei feti, con una proposta di delibera, che prevede che sulle tombe sia apposta una targhetta con solo un numero, a tutela della privacy delle donne che hanno abortito, se non diversamente richiesto. Cifre collegate ad un registro cimiteriale, dove vengono custodite le loro generalità. Il provvedimento che va a colmare il vuoto normativo tra le discipline del ’79 e del ’90, arriva a seguito dei fatti di cronaca e delle denunce di donne, nei quali il Cimitero Flaminio si è trovato esposto, per avere al suo interno un campo sull'esperienza del Cimitero degli Angeli del Laurentino. Una distesa di croci bianche, su ognuna di esse compaiono nomi e cognomi delle donne che hanno abortito.

Cosa dice la delibera del Campidoglio

Fanpage.it ha letto il documento in attesa di approvazione da parte della Giunta Capitolina. Nello specifico la proposta di modifica riguarda l'articolo 4 del regolamento di Polizia Cimiteriale del Comune di Roma: per la sepoltura dei prodotti abortivi è istituita un'apposita sezione cimiteriale che contiene i dati relativi ai permessi di trasporto e seppellimento rilasciati dall'unità sanitaria locale, nel quale sono riportati i dati relativi alla genitrice, collegati ad un codice al quale sono riconducibili i suoi dati. Se la domanda di seppellimento è presentata dai parenti, saranno indicate anche le modalità di sepoltura richieste. Negli altri casi si procederà all'inumazione, con una targhetta identificativa, con un codice riconducibile al registro contenente i dati della donna.

I feti sepolti obbligatoriamente dopo la 20esima settimana

La comunicazione del cambio di norme per la sepoltura dei feti nel Comune di Roma è stata resa nota ieri, proprio nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e segna un primo passo importante in avanti per le donne che non vedranno i propri nomi e cognomi al cimitero in caso non vorranno. Con la modifica, qualora venisse accolta, verrebbe quindi tutelata la privacy della donna e al tempo stesso rimarrebbe intatto il senso di avere un luogo dove riposano i bambini mai nati e in cui i genitori possono piangerli. Resta invece aperto il tema delle donne che rifiutano la pratica della sepoltura, al momento obbligatoria per i feti oltre le venti settimane frutto di aborti terapeutici, per il quale al momento non c'è una soluzione.

La croce non può essere imposta

Altra questione aperta riguarda la croce, che non può essere imposta, come  invece è accaduto in centinaia di casi, perché non è un simbolo che appartiene a tutte e che limita la libertà di autodeterminazione delle donne, ma è necessario un altro oggetto sul quale apporre la targhetta identificativa. L'articolo 70 del regolamento di Polizia Mortuaria non prevede in oltre una particolare disciplina per la sepoltura ma dispone solo che "ogni fossa nei campi di inumazione deve essere contraddistinta da un cippo e un numero progressivo con una targhetta con nome e cognome e data di nascita e di more del defunto". Si auspica che dalla nuova delibera si trovi una soluzione che non sia offensiva alle persone atte o nei confronti delle religioni diverse dalla cattolica.

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