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Segreti giudiziari venduti in cambio di mazzette: Jacopo De Vivo condannato a cinque anni

Il compagno di Camilla Marianera, Jacopo De Vivo, è stato condannato a cinque anni di carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.
A cura di Natascia Grbic
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È stato condannato a cinque anni di carcere Jacopo De Vivo, il compagno di Camilla Marianera accusato di corruzione in atti giudiziari insieme alla praticante avvocata. Il giudice per l'udienza preliminare ha disposto inoltre risarcimenti da stabilire in sede civile per la presidenza del Consiglio e il ministero della Giustizia, che si sono costituiti parte civile. De Vivo, che si trova in carcere da più di un anno, ha scelto il rito abbreviato. Per lui la Procura aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Il giovane continuerà a scontare la pena agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

Secondo l'accusa, De Vivo e Marianera avrebbero venduto notizie coperte da segreto istruttorio in cambio di mazzette. Tangenti da 300 euro prese da soggetti appartenenti a realtà criminali, che volevano sapere se erano intercettati dalle forze dell'ordine. Tra questi Luca Giampà, arrestato lo scorso novembre in una maxi operazione antidroga. Marianera e De Vivo sono stati arrestati a febbraio 2023.

Camilla Marianera è una praticante avvocata che lavorava nella segreteria del Comune di Roma (estraneo alla vicenda). Arrestata a febbraio 2023 con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, si trova in carcere da allora. A differenza di De Vivo ha scelto il rito ordinario, e il processo nei suoi confronti non è ancora concluso. In aula ha dichiarato di non aver mai venduto realmente nessun segreto, e che le sue erano solo millanterie.

"Io ho millantato. Ho ingigantito le mie conoscenze per farmi un bacino di clienti e fare più soldi. Se tornassi indietro non lo farei, non millanterei", ha dichiarato la giovane. "Quando Luca Giampà, che specifico ho visto solamente due volte in vita mia, mi disse di avere il Gps e il cellulare sotto controllo io, dopo aver finto di controllare, ho semplicemente ripetuto a Giampà le stesse cose dando credito ai suoi sospetti: gli ho detto che era sotto intercettazioni ambientali e telefoniche".

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