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Scuola sospende bimbo iperattivo: Tar annulla il provvedimento ma il preside non lo fa entrare

Un bambino di sei anni è stato sospeso per 21 giorni dalla scuola elementare. Il preside gli ha impedito l’ingresso nonostante un provvedimento del tribunale che ne ordina l’annullamento. Valditara annuncia un’ispezione.
A cura di Natascia Grbic
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Un bambino di sei anni con disturbo del deficit con iperattività è stato sospeso dalla scuola elementare per ventuno giorni. L'episodio è avvenuto a Ladispoli: la famiglia del piccolo, che ha ricevuto la comunicazione via pec, ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio, che ha dato loro ragione. Ma il dirigente scolastico non ha voluto sentire ragioni. E, nonostante la famiglia si sia presentata a scuola con il loro avvocato e abbia chiamato i carabinieri, non c'è stato nulla da fare. Il bambino non è potuto tornare in classe con i suoi coetanei. Il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha annunciato un'ispezione, per capire come mai sia stato negato l'ingresso al bambino.

"Nostro figlio deve tornare a scuola come disposto dal Tribunale, il ministro faccia rispettare alla scuola il decreto del Tar, lo faccia per la serenità di nostro figlio di appena sei anni che si vede negato un diritto", hanno dichiarato i genitori del bambino, lanciando un appello. La comunicazione è arrivata loro tramite pec il 26 febbraio. Poche parole, una frase con scritto "vostro figlio è allontanato dalla comunità scolastica dal 28 febbraio al 21 marzo".

I genitori si sono rivolti a un avvocato, Daniele Leppe, e hanno fatto immediatamente ricorso al Tar, che gli ha dato ragione. Il primo marzo il Tribunale ha ordinato il rientro immediato in classe del piccolo e "a provvedere ad assegnare al minore un numero di ore di sostegno compatibile con la gravità dell'infermità da cui è affetto". Il 4 marzo portano il figlio a scuola, ma qui l'amara sorpresa: la collaboratrice scolastica ha sbarrato loro l'ingresso, impedendo al bambino di andare in classe. Nemmeno l'intervento dei carabinieri, chiamati dalla famiglia, ha fatto cedere il preside. La famiglia ha sporto denuncia ma per ora il bambino è costretto a rimanere a casa.

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