Salma del papà sparisce dal cimitero: comune di Aprilia costretto a risarcire i figli
È morto dei primi anni del Duemila, sepolto in un'area dedicata alle inumazioni a terra. Decenni dopo, però, non si è stati più in grado di conoscere il punto esatto e quando il comune di Aprilia ha proceduto con la riesumazione, quella salma era sparita. Soltanto dopo alcuni anni i figli si sono accorti dell'assenza della tomba del padre e, dopo dieci anni, hanno richiesto un risarcimento per danni morali da 50mila euro.
Cosa è successo nel cimitero
È così che il comune di Aprilia si è visto arrivare una richiesta di risarcimento a quattro zeri dopo che, interrogati gli addetti al cimitero, nessuno ha saputo dire dove si trovasse la salma. Secondo i registri, i resti dell'uomo si sarebbero trovati ancora nel punto in cui era stata sepolta la salma. Nessuna annotazione su eventuali riesumazioni. Ma nessun resto umano nel punto indicato.
Dopo un primo scambio di email, come scrive l'edizione locale de il Messaggero, il 28 dicembre viene organizzato un sopralluogo congiunto durante il quale, però, non ci sono state novità. Una situazione inaspettata per i figli che hanno chiesto risarcimento e che, anche se non interamente, hanno ricevuto una cospicua somma di denaro per danni morali.
Il risarcimento ai figli
Una volta presentata la richiesta, il comune di Aprilia ha provato a formulare una prima offerta a 20mila euro. Al rifiuto della famiglia, ne ha presentata un'altra, andata a buon fine. Il prossimo 28 aprile sarà sottoscritto l'accordo transattivo davanti ad un mediatore per definire il risarcimento, a 35mila euro.
Come si legge nella delibera con cui è partita la transazione, la soluzione risulta vantaggiosa per l'ente che, in un eventuale successivo giudizio civile, rischierebbe di trovarsi a pagare di più, stando a precedenti processi simili.
