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Covid 19

Roma preoccupa meno di Milano: nella Capitale un terzo dei casi (in rapporto agli abitanti)

Negli ultimi sette giorni a Roma sono stati registrati complessivamente 978 nuovi contagi. A Milano sono stati 1123, neanche 200 in più. La Capitale, però, ha il doppio di residenti del capoluogo lombardo e così il tasso di incidenza dei positivi calcolato sui nuovi casi diagnosticati nell’ultima settimana è molto diverso per le due città: 34 casi ogni 100mila abitanti a Roma e 83 casi per 100mila abitanti a Milano.
A cura di Enrico Tata
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Il Lazio è la prima regione in Italia per numero di pazienti ricoverati e la terza, dopo Lombardia e Campania, per numero di persone attualmente positive al coronavirus. C'è un dato, però, che racconta come la situazione sia in realtà migliore rispetto ad altre regioni. Negli ultimi sette giorni a Roma sono stati registrati complessivamente 978 nuovi contagi. A Milano sono stati 1123, neanche 200 in più. La Capitale, però, ha il doppio di residenti del capoluogo lombardo e così il tasso di incidenza dei positivi calcolato sui nuovi casi diagnosticati nell'ultima settimana è molto diverso per le due città: 34 casi ogni 100mila abitanti (che equivale a dire 0,34 casi ogni mille persone) a Roma e 83 casi per 100mila abitanti a Milano. Più del doppio.

Il confronto con altre province d'Italia

Con altre province d'Italia il confronto produce lo stesso risultato: il tasso di incidenza in provincia di Napoli, la peggiore anche in termini assoluti per quanto riguarda il numero di contagi negli ultimi 7 giorni, è pari a 97 casi ogni 100mila abitanti. Il tasso per la provincia di Firenze è di 66 e per la provincia di Palermo è 45. Dopo il preoccupante aumento di contagi in provincia di Latina, la Regione Lazio ha deciso la scorsa settimana di imporre un ‘mini lockdown' per quelle zone ed evitare così una ulteriore crescita dei nuovi casi di Covid-19. Il tasso di incidenza, in provincia di Latina, è attualmente pari a 45 casi per 100mila abitanti.

L'aumento dei ricoveri nel Lazio

A preoccupare nel Lazio è però un altro dato: l'aumento dei pazienti ricoverati negli ospedali della rete Covid. In piena prima ondata la Regione aveva messo a disposizione oltre 2mila posti per pazienti non gravi e poco meno di 500 posti letto di terapia intensiva. Attualmente sono ricoverati 959 persone e 69 in terapia intensiva. All'Istituto Spallanzani, i cui posti letto sono stati occupati per il 60 per cento, sono ricoverati 185 pazienti di cui 22 più gravi che necessitano di terapia intensiva. Se in termini assoluti questi numeri non preoccupano, c'è da sottolineare che la Regione Lazio ha predisposto, per la cosiddetta ‘fase 6' della gestione dell'emergenza coronavirus, quasi mille posti nei reparti ordinari e quasi 200 in quelli di terapia intensiva. Nelle prossime ore, quindi, potrebbero essere attivati ulteriori posti. Inoltre, per i pazienti clinicamente guariti, ma ancora positivi al coronavirus, la Regione Lazio ha attivato anche una collaborazione con alcuni hotel: verranno messi a disposizione 500 posti per quelle persone che non necessitano assistenza medica continuativa, ma che ancora non possono tornare a casa. Questo, ovviamente, per liberare posti letto nei reparti di malattie infettive degli ospedali che fanno parte della rete Covid.

In tutta la Lombardia i ricoverati sono 433 e 48 quelli nei reparti di terapia intensiva. In generale in Lombardia, che ha più abitanti del Lazio (10 milioni contro 5,8, di cui 4,3 solo a Roma e provincia), vengono effettuati più tamponi: Ieri, 11 ottobre, nel Lazio ne sono stati processati 13mila e in Lombardia 15mila.

I tamponi per i drive in

Un altro elemento problematico negli ultimi giorni è stato quello delle lunghissime file alle postazioni drive-in, ma la situazione è in miglioramento dopo l'attivazione, da parte della Regione, di ulteriori postazioni. Per effettuare i tamponi rapidi, inoltre, sono disponibili anche 65 laboratori privati e presto potranno essere effettuati anche negli studi di alcuni medici di famiglia. In generale la Regione sta privilegiando i tamponi rapidi (i test antigenici) per i casi sospetti e per le attività di screening. I tamponi classici (i test molecolari) saranno invece riservati alle conferme di eventuali positività ai test antigenici e per persone che presentano sintomi riconducibili alla malattia da Covid-19.

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