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Roma dovrà adattarsi alle ondate di calore: ecco la strategia del comune

Edoardo Zanchini è il direttore dell’Ufficio clima del Comune di Roma. Nel giorno della temperatura record nella capitale abbiamo parlato di come le nostre città devono cambiare per adattarsi ai cambiamenti climatici, mitigandone gli effetti. Contro gli effetti delle ondate di calore meno auto, più verde e più fontane, edifici improntati al risparmio energetico.
A cura di Valerio Renzi
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A settembre presenterete la Strategia di adattamento climatico per Roma. In cos consiste?

I dati degli ultimi vent'anni ci raccontano che la città è già più calda, non dobbiamo solo prepararci al futuro ma già affrontare quello che è il presente. Con la Strategia presenteremo anche degli studi che, inquadrati dentro la letteratura scientifica globale a cominciare dai rapporti dell'IPCC, parlano di cosa accadrà sul nostro territorio. L'Europa e il Mediterraneo sono tra i luoghi del mondo dove i cambiamenti climatici saranno più significativi e anche Roma si deve preparare. Aumenteranno ancora i giorni di caldo estremo, in particolare quelle che si chiamano "notti tropicali" quando la temperatura non scende mai sotto i 25°, che provocano degli impatti sulla salute significativi. E poi la pioggia che sarà sempre di meno, e sempre più concentrata in fenomeni intensi e violenti. Sono tanti i fronti su cui dobbiamo organizzarci, non dimentichiamo che anche le nostre zone costiere non saranno esenti dai fenomeni connessi all'innalzamento del mare con forti impatti per Ostia e il litorale.

Veniamo all'emergenza di questi giorni. Come si deve trasformare la capitale per sopportare ondate di calore così intense?

Sappiamo che ci sono zone più esposte di altre. Per quanto riguarda il giorno centro storico e i quartieri con più densità edilizia e meno verde sono le aree più colpite. I quartieri a Est di Roma sono i più a rischio, avendo meno verde e una densità edilizia maggiore, ma anche una popolazione più anziana e più povera e che quindi ha meno strumenti e possibilità per mettersi al riparo dal gran caldo.

Come si rinfresca una città?

Per prima cosa contrastando il cosiddetto effetto ‘isola di calore', per cui noi abbiamo una temperatura di 2 o 3 gradi maggiore che all'esterno in alcune aree. La cos da fare subito è alberare: gli spazi verdi fanno ombra e diminuiscono la temperatura del suolo, quando l'asfalto e il cemento invece la notte restituiscono il caldo accumulato lungo il giorno. Nei prossimi giorni come primo intervento piantumeremo alcuni alberi già adulti, nei pressi delle fermate degli autobus sotto al sole nella zona Est della città. Bisognerà poi rivedere spazi pubblici come piazze e grandi parcheggi, togliendo l'asfalto dove possibile, e aumentando anche gli specchi d'acqua.

Va bene l'urbanistica pubblica, ma per quanto riguarda invece gli edifici?

Rivedremo il piano regolatore facendo in modo che i nuovi interventi edilizi e le ristrutturazioni, puntino a ridurre l'effetto del caldo dentro gli edifici. Aumentare l'isolamento dei palazzi è necessario non solo per l'inverno, per risparmiare sul riscaldamento, ma anche per ridurre l'escursione termica interna agli edifici d'estate.

La nuova Ztl di Roma che fermerà nei prossimi anni centinaia di migliaia di veicoli più inquinanti è un provvedimento necessario, a tutela della salute collettiva e per diminuire le emissioni climalteranti. Ma nella capitale non rischia di essere pagata solo dai più poveri?

La principale causa delle emissioni di Co2 sono i consumi connessi agli edifici, il riscaldamento, l'energia e così via. Al secondo posto troviamo la mobilità. L'inquinamento prodotto dalle auto per intenderci poi, ha un effetto ancora più drammatico sulla salute in coincidenza con le ondate di calore. L'obiettivo numero uno è costruire un'alternativa all'auto: l'offerta del trasporto pubblico è assolutamente inadeguata, in particolare per quanto riguarda il trasporto su ferro. Cominceremo a colmare questo gap nei prossimi tre anni grazie alle nuove linee di tram in previsione del Giubileo e grazie ai fondi del Pnrr ma non basta, servono investimenti continuativi.

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