Roma, la proposta: “Test dna per trovare padroni che non raccolgono feci dei cani”
L'idea è del consigliere del XV municipio Max Petrassi, Italia Viva, che a La Repubblica ha proposto un test del dna per risalire ai proprietari che non raccolgono le feci dei loro cani. Una soluzione che si potrebbe adottare, spiega Petrassi, soltanto se i controlli e la campagna di sensibilizzazione al tema risulteranno inutili. Le guardie zoofile, dice il consigliere, potrebbero analizzare a campione le feci e portarli alla Asl per le analisi. Il costo sarebbe di 18 euro ad esame, ma verrebbe ovviamente ripagato grazie alle multe salate inflitte ai trasgressori delle regole.
"Basta piegarsi all'inciviltà di alcune persone"
"Ho amici sulla sedia a rotelle che si trovano questi regalini oltre che sulle ruote anche sulle mani. Nessuno pensa alla persona ipovedente o alla bambina che va a scuola col trolley. Basta piegarsi all'inciviltà. Il primo passo sarà avvertire su cosa dice la legge, il secondo coinvolgere le guardie zoofile, il terzo vincolare l'anagrafe canina per impegnarla a registrare le feci in modo che siano poi riconoscibili", ha raccontato il consigliere Petrassi alla giornalista de La Repubblica Marina de Ghantuz Cubbe.
"Più controlli e se non funzionano, test del dna"
La proposta dell'esponente di Italia Viva è quella di lanciare una campagna di sensibilizzazione sul tema e di potenziare i controlli. Ma se questo non dovesse bastare, allora sì che i controlli a campione da parte della Asl potrebbero rendersi necessari. Il test del dna, sostiene ancora Petrassi, "può essere anche un vantaggio per il cane di cui si può scoprire anche se hanno delle malattie e curarle".