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Rocca in consiglio regionale sull’arresto del consigliere Tiero (FdI): “PD campione del mondo di doppia morale”

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha riferito al consiglio regionale sulla vicenda di Enrico Tiero, consigliere e presidente della commissione Sviluppo agli arresti domiciliare per corruzione. Le opposizioni chiedono le dimissioni, Rocca: “Non esiste nessun ‘Sistema Tiero'”
A cura di Francesco Esposito
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Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, chiamato a riferire mercoledì 29 ottobre in sala consiliare in merito all'arresto con l'accusa di corruzione del consigliere di Fratelli d'Italia Enrico Tiero, si presenta con molta umiltà: "So quello che avete appreso anche voi dalla stampa. Anche perché l'inchiesta non riguarda in alcun modo l'Asl e non c'è stato accesso all'azienda da parte degli investigatori".

Se attaccato, però, morde. Il Rocca che parla dopo le contestazioni dell'opposizione è molto diverso e, a chi aveva chiesto le dimissioni del consigliere nonché presidente della commissione Sviluppo economico, risponde: "Trovo inaccettabili certe affermazioni sulla ‘natura del centrodestra romano e regionale'. Le ritengo intollerabili e figlie di quella doppia morale di cui il Partito Democratico è campione del mondo".

Enrico Tiero arrestato per corruzione: "La commissione Sviluppo è ferma"

Gli interventi dell'opposizione partono da una base garantista, ma la richiesta esplicita è una: le dimissioni di Tiero, oggi agli arresti domiciliari. A partire è il capogruppo del Partito Democratico e presidente della commissione Trasparenza Massimiliano Valeriani, che chiede un segnale di rispetto istituzionale: "Nessuno mette in dubbio la presunzione di innocenza, ma chi è agli arresti domiciliari non può restare alla guida di una delle commissioni più importanti del Consiglio. Non è giustizialismo, è buon senso. In passato, di fronte anche solo a un avviso di garanzia, si lasciavano gli incarichi per tutelare le istituzioni". Sulla stessa linea Marietta Tidei di Italia Viva, vicepresidente della commissione Sviluppo, oggi paralizzata: "Siamo garantisti, ma la commissione non può restare ferma. Senza presidente non possiamo lavorare".

Le opposizioni: "Si tuteli l'istituzione regionale"

Riguardo alle mancate dimissioni di Tiero dal consiglio e dalla presidenza della commissione le opposizioni non evidenziano solo il problema pratico di come proseguire i lavori, ma anche un vero e proprio dilemma politico. Ancora prima di essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari di Latina e di essere quindi arrestato, Enrico Tiero si è autosospeso da tutti i suoi incarichi all'interno del partito di Fratelli d'Italia. "Ma prima ancora del partito vengono le istituzioni – attacca Alessio D'Amato di Azione -. È una questione di rispetto per quest’Aula e per i cittadini".

"Sono passati dieci giorni dall’arresto e sul sito della Regione il presidente della Commissione è ancora lui – rincara con più forza Adriano Zuccalà del Movimento 5 Stelle – . Cinque minuti dopo la convalida si sarebbe dovuto dimettere, forse anche prima. Uno dei reati contestati è proprio l’aver sfruttato la posizione amministrativa per fini personali: com’è possibile che resti al suo posto?".

Leodori-Rocca, accuse di doppia morale

Il neosegretario del Pd Lazio Daniele Leodori ricorda, invece, come negli anni passati il centrodestra non avesse risparmiato attacchi quando le inchieste riguardavano la giunta di Nicola Zingaretti: "Il presidente Rocca avrebbe dovuto ringraziare l’opposizione per l’atteggiamento garantista. Dal 2020 al 2023 quest’Aula è stata trasformata in un tribunale sommario: noi non stiamo facendo lo stesso errore".

Non basta a evitare le accuse di doppiopesismo da parte di Francesco Rocca che risponde con un intervento di mezz'ora: "Mi dispiace vedere certi atteggiamenti dal Pd, che reputo una forza alternativa di governo. Un approccio così giacobino me lo aspetto da certi partiti come i Cinque Stelle, con la capacità di dimenticare il proprio passato". Rocca cita il caso di Marcello De Vito, ex presidente dell'assemblea capitolina condannato in primo grado per corruzione. "Per lui il provvedimento di espulsione non è mai arrivato ed è rimasto presidente del Consiglio comunale di Roma".

Rocca: "Non si parli di ‘Sistema Tiero'"

Solo alla fine dell'intervento Rocca entra nel merito delle accuse rivolte dalla procura di Latina al consigliere di Fratelli d'Italia e non giustifica: "Il reato contestato, che deve ancora essere confermato, riguarda un’ipotesi di asservimento della funzione pubblica a un soggetto esterno. Quell'attività che tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, svolgono negli interessi dei propri territori in perfetta buona fede, in questo caso sarebbe svolta negli interessi di un terzo. E non si parla, ahimè, di un singolo atto amministrativo, ma di un’eventuale condotta sistematica".

"Ma da qui a parlare di ‘sistema Tiero‘ – continua il presidente della Regione – e a farlo discendere su tutta la pubblica amministrazione non vedo gli elementi". Intanto le dimissioni, anche solo per tutelare il lavoro della commissione sviluppo, sono rimandate, chissà fino a quale grado di giudizio.

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