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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Revoca Reddito di Cittadinanza: “Sono malata, adesso come farò a comprare le medicine?”

Davanti alla sede Inps di Roma oggi si sono riunite persone con storie tra loro molto diverse, ma accomunate da una paradossale condizione: “ancora giovani” per lo Stato che li considera “occupabili”, da un lato, “troppo anziani” per i datori di lavoro, dall’altro.
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L’arrivo di agosto, mese generalmente associato a mare, riposo e vacanze, per molti si è fatto invece portatore di pessime notizie: da oggi, infatti, 169mila nuclei familiari in tutta Italia non percepiranno più il Reddito di cittadinanza. Nella Capitale, la sospensione riguarderà 12mila nuclei: si tratta di un numero destinato a crescere mese dopo mese, fino all’interruzione completa a inizio 2024.

Ma limitarsi a elencare cifre, per quanto spaventose possano essere, talvolta permette di perdere di vista di cosa si stia realmente parlando: dietro quei numeri ci sono persone in carne e ossa. Uomini e donne la cui vita cambierà notevolmente senza il sostegno del sussidio. Persone definite “occupabili” alla soglia dei 60 anni, quando nella realtà nessun datore di lavoro è disposto ad assumerle. Alcune di loro si sono ritrovate oggi, martedì 1 agosto, a Roma davanti alla sede Inps in occasione della manifestazione organizzata dalla campagna “Ci vuole un reddito”. Persone diverse tra loro, per storie ed esperienze personali, ma accomunate dalla pretesa di una vita dignitosa, un traguardo che però sembra allontanarsi giorno dopo giorno.

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Il reddito per un’esistenza dignitosa

“Giovedì 31 luglio era il mio compleanno e l’Inps mi ha fatto questo bel regalo”. Luigi da oggi è un ex percettore del reddito di cittadinanza: con una mail e un sms l’Inps gli ha comunicato la sospensione e che i servizi sociali hanno tempo di valutare la sua situazione (ed eventualmente prenderlo in consegna) fino al 31 ottobre. “Valutare la situazione – fa quasi il verso Luigi – di un uomo di 59 anni che per vivere c’ha bisogno di un reddito di cittadinanza: non riesco a trovare lavoro perché la mia età non me lo consente. L’alternativa sarebbe fare lavori dove vengo sottopagato, 4-5 euro l’ora, e non mi pare dignitoso per una persona lavorare in determinate condizioni”.

Luigi elenca fiero i numerosi lavori che ha fatto nel corso della sua vita: “Li ho fatti tutti, non sono mai stato con le mani in mano: ho fatto quello che un tempo si chiamava lo spazzino (ora operatore ecologico), ho lavorato con i disabili, fatto il manovale e il muratore. Mi è sempre piaciuto essere indipendente e avere i soldi per vivere. Non sono mai stato ricco: la mia ricchezza è stata il lavoro, però adesso non c’è più manco quello”. A quasi 60 anni, questa riforma lo inquadra come “occupabile”, ma cosa significa in fondo questo termine? “Io non lo so cosa significa: vuol dire andare a fare lo schiavo e lavorare sottopagato o vuol dire avere un lavoro dignitoso che ti permette di vivere e andare avanti nella tua vita? Io a 59 anni non so più dove mettere le mani: vado a chiedere per un lavoro e nessuno me lo dà”.

“La mia fortuna è vivere dentro uno spazio occupato, perché con i lavori saltuari che riesco a trovare (guadagno 100-200 euro al mese) riesco a vivere non pagando affitto e utenze. Sarò pure un ladro, ma lo faccio per campare”.

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“Prima potevo comprare le medicine solo a volte, con il reddito sempre”

“Parlo 5 lingue, sono un ex psicologa, ho lavorato alla Caritas per parecchi anni fa, sono stata operatrice in un centro diurno a piazza Cavour e poi mediatrice culturale. Ho un bel curriculum, l’ho mandato ovunque, ma quando mi vedono mi dicono: Ma signora, abbiamo bisogno di una ragazza più giovane”. Ida vive in Italia da oltre 40 anni e ha alle spalle moltissime esperienze lavorative. Qualche anno fa, però, ha perso il figlio e anche lei si è gravemente ammalata per un lungo periodo, non potendo lavorare. Da quel momento è precipitata in una spirale di problemi economici che le ha profondamente influenzato ogni aspetto della vita quotidiana fino a quando non ha cominciato a ricevere il reddito di cittadinanza: “Nel 2016 sono stata sfrattata, buttata in mezzo a una strada perché non avevo più la possibilità di pagare l’affitto, dopo 32 anni che lo pagavo.

"Nel 2021 ho fatto domanda per il reddito di cittadinanza. I 500 euro del sussidio mi hanno salvata: prima entravo in farmacia e una volta potevo comprare la medicina e una volta no perché non avevo abbastanza soldi. Con il reddito invece posso comprare la medicina sempre ed entrare in un supermercato e prendere da mangiare quello che voglio. Il mese scorso sono riuscita a comprare gli occhiali da vista, prima non potevo farlo. Ma il 27 luglio 2023 mi arriva un messaggio tranquillo e agghiacciante che dal 1 agosto non riceverò più il reddito. Ma io dico, questo reddito mi ha salvata moltissimo: cosa farò ora?”.

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“Occupabile” per lo stato, “troppo vecchio” per i datori di lavoro

Massimo, 58 anni, rientra invece nella categoria di chi ancora continuerà a percepire il reddito, ma ha deciso di scendere in piazza per manifestare la sua solidarietà a tutti gli ex percettori, per una situazione ritenuta profondamente ingiusta e preoccupante: “Io oggi mi sento fortunato, ma ormai vivo con l’ansia che mi arrivi da un giorno all’altro il messaggio dell’Inps che dice che anche io rientro in quella fascia di persone che non hanno più diritto. Io non so più cosa voglia dire la parola diritto, perché il diritto è alla dignità delle persone. E invece togliergli il reddito significa ridurre la loro dignità”.

Anche Massimo ha svolto numerosi lavori nel corso della sua vita (“Aiuto idraulico, cameriere, barista: tutti i lavori umili che molte persone non fanno più”), ma alla soglia dei 60 anni si trova nella paradossale condizione per cui da un lato è ancora considerato dallo Stato abbastanza giovane per lavorare, dall’altro i datori di lavoro lo ritengono troppo anziano per dargli una possibilità. “Togliere il reddito significa creare un danno sociale. Se mi tolgono anche il reddito non so come farò”.

Articolo di Teresa Fallavollita, interviste di Alessandro Ricci

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