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Pugno all’assistente in sala operatoria, ma il professore Sica nega: “Non l’ho colpita, è impazzita”

Il professore Giuseppe Sica nega di aver colpito l’assistente Marzia Franceschilli: “Si è sentita tradita da quello che è stato il suo mentore. Impazzita? Penso di si”.
A cura di Enrico Tata
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Il professore Giuseppe Sica, ordinario di Chirurgia al policlinico di Tor Vergata, è accusato di aver insultato, maltrattato e colpito con un pugno una sua assistente, la dottoressa Marzia Franceschilli, nel corso di un delicato intervento. Sica non ha negato di aver insultato la collega, anche perché le parolacce sono registrate in un video realizzato all'interno della sala operatoria. Ha invece sostenuto e continua a farlo di non averla mai aggredita fisicamente. "Le testimoni non possono aver detto che ho dato un pugno perché non è vero", è un virgolettato riportato dal Fatto Quotidiano.

E ancora, continua il professore, "si è sentita tradita da quello che è stato il suo mentore. Impazzita? Penso di si".  Eppure il referto del pronto soccorso non sembra lasciare spazio a dubbi: 15 giorni di prognosi per una tumefazione al capo. Il Comitato del garanti del policlinico si riunirà per esprimere un parere sulla sospensione del professore, che dovrebbe essere di circa due mesi. Per quanto riguarda eventuali ulteriori provvedimenti, deciderà in merito l'ateneo di Tor Vergata.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, era stato perentorio nei confronti del medico accusato: "Questo chirurgo che ha pronunciato certe frasi e picchiato la sua assistente non deve più entrare in sala operatoria né entrare in contatto con gli studenti".

Ieri la dottoressa Franceschilli ha fornito la sua versione dei fatti e ha confermato di essere stata aggredita anche fisicamente. Queste sono state le sue parole: "Non si è trattato di un semplice diverbio o di un alterco. Ciò che ho subito è stata un’aggressione fisica sul posto di lavoro, confermata anche dai testimoni nell’audit dell’azienda: tutti in sala avrebbero visto che mi è stato sferrato un colpo alla nuca mentre ero al tavolo operatorio".

Ha riconosciuto che Sica è stato il suo maestro e il suo mentore, ma che l'episodio ha fatto venire meno il rapporto di fiducia tra i due: "È il mio lavoro, lo amo e non voglio rinunciarvi. Ma oggi sono spaventata, mi sento esposta. Dopo dieci anni mi aspettavo una reazione diversa da parte sua. Un’ammissione, un gesto di scuse. Per me, quel giorno, è stato come un lutto. Ho sentito che era finita un’epoca, un legame, una fiducia. Ma credo che nessuno debba mai accettare di lavorare in un clima di aggressività e violenza".

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