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Proteste degli studenti dell’alberghiero: “Niente laboratori se non paghiamo”

“Mancano le risorse, dalla preside è arrivato ultimatum”, protestano gli studenti. Nel frattempo contestazioni anche dalle altre scuole: tre nuovi istituti occupati.
A cura di Beatrice Tominic
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Sono molti i problemi riscontrati dagli e dalle studenti dell'istituto alberghiero Amerigo Vespucci, ieri in protesta davanti alla scuola. "Molte famiglie in questo periodo si trovano in una situazione economica complicata, ma questo non ha impedito l'emanazione di una circolare che fissava un ultimatum poco adeguato per il versamento della somma di denaro prevista dal così detto contributo volontario", hanno dichiarato.

"Non vogliamo portare odio o diffamazione verso la scuola, ma vogliamo far sentire la nostra voce in maniera pacifica, ci sono molti problemi da analizzare, fra cui proprio quelli economici: le famiglie faticano spesso a stare al passo con i pagamenti e noi siamo costretti a rinunciare ai laboratori".

I laboratori e la circolare ultimatum

Molte sezioni della scuola sono state costrette a rinunciare alle ore di attività pratica che, invece,  dovrebbero essere garantite dall'indirizzo di studi: "I primi e i secondi svolgono tutti i laboratori prima di scegliere il proprio indirizzo fra quello di cucina, sala e accoglienza. Il problema vero e proprio si manifesta per le classi successive: le ore di pratica non vengono garantite – hanno spiegato a Fanpage.it alcuni studenti – I laboratori di cucina sono dimostrativi e soltanto i docenti possono toccare gli alimenti, quelli di sala permettono di fare qualcosa in più. Gli unici che lavorano come dovrebbero sono le persone che hanno scelto l'indirizzo di accoglienza, perché molte delle mansioni si svolgono al computer". Spesso, inoltre, gli e le studenti restano a scuola per i laboratori fino alle 17: "Studenti pendolari si trovano in enorme difficoltà perché i laboratori terminano spesso nel tardo pomeriggio: non svolgono nessuna attività, restano soltanto ad osservare il o la docente fare quello che toccherebbe fare a loro".

Eppure, secondo l'offerta formativa dell'istituto, tutte e tutti dovrebbero essere autorizzati anche ai compiti pratici: "La situazione ultimamente è peggiorata: sembra che la scuola non abbia abbastanza risorse per garantire le ore di esercitazione – hanno aggiunto – Poi però queste risorse non mancano quando si tratta di organizzare il ristorante didattico, un'attività serale durante la quale noi studenti lavoriamo in alternanza scuola lavoro (in orario extracurriculare e senza essere pagati) e per la quale, spesso, il personale Ata finisce a svolgere mansioni non di sua competenza. Ristorante didattico e eventi di catering portano alla scuola dei guadagni: oltre a coprire le spese degli eventi stessi, i profitti potrebbero essere utilizzati per il benessere della scuola e degli studenti".

La circolare ultimatum

Mentre la scuola lamenta una mancanza di risorse, le spese per le famiglie sono sempre di più: "Il bonus per studenti non basta: riusciamo a pagare a stento i libri scolastici, spesso versamento dei contributi e acquisto delle divise restano scoperti". E nel frattempo, con una circolare, la scuola continua a chiedere ad alunni e alunne il contributo che dovrebbe essere volontario. Nella circolare del 26 ottobre è stato comunicato che, a causa del mancato contributo le lezioni laboratoriali saranno esclusivamente frontali dimostrative direttamente nei laboratori. L'invito, in quello che gli e le studenti hanno definito un ultimatum da parte della scuola, per evitare di proseguire nelle modalità frontale è stato quello di versare 120 euro entro il 14 novembre".

Proprio nella data stabilita gli studenti si sono riuniti davanti alla scuola per far sentire la loro voce: "I laboratori pratici sono fondamentali e devono essere utilizzati – hanno commentato dalla Rete degli Studenti Medi – Che gli studenti siano sotto ricatto, o si paga il contributo volontario o non si hanno i materiali per studiare, è inammissibile". Ai laboratori, infine, si aggiungono i problemi comuni anche alle altre scuole: "La scuola sta lentamente cadendo a pezzi: piove nelle classi, la corrente salta frequentemente e manca l'acqua calda dentro le cucine".

Nuove proteste nelle scuole romane (e non solo)

Continuano le proteste nelle scuole romane: in molti casi la scelta è stata quella di occupare la propria sede. Come è successo al Tasso e il Montessori nella giornata di ieri. "La struttura scolastica che non tiene conto delle diverse singolarità – dichiarano gli studenti – Non vogliamo che il ministero consideri la scuola solamente attraverso il rendimento: soltanto con un'occupazione pensiamo di poter incidere nel dibattito pubblico".

Dall'occupazione del liceo Montessori.
Dall'occupazione del liceo Montessori.

Dopo il liceo artistico Enzo Rossi questa mattina, infine, occupato anche il Pisano, a Guidonia: "Le scuole di periferia unite contro lo stato di abbandono dei loro istituti e la mancanza di risposte da parte delle istituzioni: nessuno ci rappresenta – dicono da Osa, Opposizione Studentesca d'Alternativa – Nessuno ci rappresenta". E il prossimo venerdì, 18 novembre, tutti e tutte le studenti d'istituto e universitari si troveranno in piazza per il loro corteo.

Foto dall'occupazione dell'istituto Pisano di Guidonia Montecelio.
Foto dall'occupazione dell'istituto Pisano di Guidonia Montecelio.
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