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Priorità alla scuola, manifestazione sotto la pioggia a Roma: “Aperta e senza limiti di orario”

Scuole aperte e in presenza senza turni e limiti di orario. Questo chiedono studenti, genitori e lavoratori che oggi si sono riuniti a Roma per la manifestazione di ‘Priorità alla scuola’. “Un’apertura reale avrebbe potuto significare un cambio di rotta, la messa al centro della cura e del welfare. Ma il governo ha un’altra idea di scuola in testa”.
A cura di Natascia Grbic
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Torna in piazza il mondo della scuola, con tre giorni di mobilitazioni in tutta Italia. Oggi è la volta di Roma, con studenti, insegnanti e lavoratori a piazza del Popolo nonostante la pioggia, a rivendicare investimenti strutturali in personale e strutture. Insegnanti, educatori, genitori e studenti hanno raggiunto oggi la capitale da tutta Italia per la manifestazione nazionale di ‘Priorità alla scuola', movimento che vuole rimettere al centro il diritto all'istruzione come tema fondamentale nel nostro paese. "Una scuola sicura si cura, non si chiude", dicono dal palco. Decine gli interventi sul palco sotto la pioggia scrosciante, che ha iniziato a cadere dal primo pomeriggio. La manifestazione proseguirà fino a stasera con interventi e dibattiti. Tra gli interventi, anche quello del leader sindacale Aboubakar Soumahoro, che ha rivendicato sicurezza per studenti e personale scolastico.

Le scuole hanno riaperto il 14 settembre, con molte problematiche. Mancano le aule, i banchi, gli spazi, c'è chi va a scuola a orari diversi e chi a giorni alterni, con regole molto spesso troppo confuse. Una scuola definita come ‘aperta a metà' e che sta creando disagi a tutti: ai genitori, ai lavoratori e, soprattutto, agli studenti. Che dopo sei mesi di lockdown non riescono a stare in classe e apprendere come dovrebbero. "Chiediamo una scuola aperta e sicura – dice dal palco Maddalena Fragnito di ‘Priorità alla scuola' – Chiediamo più tamponi e un'investimento radicale sulla scuola italiana. Sono passati sei mesi, mezzo anno scolastico. Il governo ha avuto tempo per pensare come riaprire le scuole dentro e oltre l'emergenza. Un'apertura reale avrebbe potuto significare un cambio di rotta, la messa al centro della cura e del welfare. Ma il governo ha un'altra idea di scuola in testa e adesso vediamo le sue ricadute materiali. Dobbiamo pretendere almeno venti miliardi dal Recovery Fund e aumentare gli investimenti per il presente e per il futuro".

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