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Posti liberi a Medicina, ma La Sapienza non faceva entrare studenti: condannata dal Tar del Lazio

Il Tar condanna la Sapienza: occultava i posti rimasti vacanti nella graduatoria per il trasferimento negli anni successivi al primo. “Danno gravissimo, ogni posto sottratto agli studenti è un medico che in futuro non ci sarà”, dice a Fanpage.it l’avvocato Francesco Leone, che ha assistito gli studenti nella loro battaglia.
A cura di Beatrice Tominic
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Nascondeva illegalmente i posti rimasti vacanti nella graduatoria per entrare nella facoltà di Medicina. Per questo motivo il Tar del Lazio ha condannato l'università degli studi della Sapienza. L'ateneo avrebbe dovuto pubblicare dei bandi per permettere il trasferimento ad anni successivi a Medicina. Invece, oltre a non darne comunicazione, ha omesso ogni verifica sui posti vacanti.

La sentenza del Tar, numero 14672/2025, accoglie il ricorso di uno studente rimasto escluso dal passaggio al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, nonostante risultassero oltre 70 posti liberi rilevati anche dal Consiglio di Stato. "Il diritto allo studio è stato negato. Adesso tutti gli atenei devono pubblicare i posti vacanti per gli anni successivi", fanno sapere dallo studio legale Leone-Fell che da anni si occupa della questione e che, a suo tempo, ha seguito anche il caso della compravendita delle domande ai test per entrare proprio nella facoltà di Medicina.

L'avvocato Leone a Fanpage.it: "Ogni posto che resta vuoto, è un medico in meno in futuro"

"Siamo molto soddisfatti, perché questa sentenza definitiva del giudice amministrativo, rende giustizia a una battaglia che abbiamo intrapreso in solitaria, ormai da diversi anni, contro gli abusi delle università e in particolare della Sapienza che ha scelto banalmente di prendere 50 preziosissimi posti liberi per la facoltà di Medicina e chiuderli in un armadio, non volendo accogliere ulteriori studenti che invece la legge imponeva dovevano essere accolti", spiega dallo studio legale a Fanpage.it l'avvocato Francesco Leone.

"Il danno infatti per ogni posto di Medicina che non viene distribuito è gravissimo perché ogni posto di Medicina viene prestabilito, grazie a un calcolo del futuro fabbisogno medico – precisa l'avvocato – Ogni posto sottratto agli studenti è un medico che in futuro non ci sarà. Siamo dunque molto orgogliosi e contenti, perché grazie al nostro ricorso, ulteriori 50 studenti potranno studiare Medicina alla Sapienza e ci auguriamo che questa sentenza possa stimolare e far ricredere magari altri atenei che decidono, in maniera illegittima di tenere nascosti dei posti liberi per la facoltà di Medicina.

I posti vacanti in graduatoria nascosti dalle università

Quella di non segnalare i posti vacanti, però, sembra essere una prassi consolidata, per quanto discriminatoria, all'interno delle università che, in realtà, sono già obbligate a ricognizioni periodiche e alla pubblicazione dei bandi per l’accesso ad anni successivi ogni volta che risultino posti scoperti, come precisa l'articolo 13 dell'allegato 2 del Dm 218/2020. "Le Università non possono più nascondere i posti vacanti. Se ci sono, vanno banditi e assegnati secondo legge, per garantire il trasferimento a chi ha maturato i requisiti", continuano dallo studio legale.

I posti vacanti rimasti vuoti e i bandi non pubblicati

Nel corso del procedimento, è stata dimostrata la sussistenza di 25 posti rimasti vuoti dal bando trasferimenti indetto per l'anno 2018 e anche della sussistenza di 52 posti vacanti appartenenti all'anno accademico 18-19 che erano invece rimasti inutilizzati. "Abbiamo denunciato un disallineamento tra il fabbisogno e l'offerta formativa sempre per l'anno accademico 18-19 che era stato accertato con la presenza del Consiglio di Stato 5429 del 2020 e che la Sapienza non ha pubblicato il bando per il trasferimento dell'anno accademico 2021, nonostante ci fossero 57 circa posti liberi, residui dell'anno accademico 18-19, sia per il bando trasferimenti, sia per il bando di ammissione, in quanto questi posti erano stati determinati erroneamente non calcolando in modo corretto il fabbisogno formativo rispetto a quello professionale", spiegano a Fanpage.it.

"Inizialmente il TAR aveva respinto questa motivazione, poi il Consiglio di Stato ha accertato la sussistenza comunque di posti liberi inutilizzati. E il TAR di merito ha confermato la sussistenza di questi posti liberi".

Il caso dello studente respinto alla Sapienza

Nel caso esaminato, lo studente era iscritto al terzo anno di Biotecnologie e aveva già accumulato diversi esami già convalidabili. Al momento della richiesta di trasferimento, però, documentando l’esistenza dei posti vacanti, non ha mai ottenuto risposta né visto pubblicato un bando. "Il Tar ha stabilito che il comportamento dell’Ateneo è illegittimo – spiegano ancora – Per tre motivi principali: la presenza di posti vacanti impone la pubblicazione del bando; gli atenei sono obbligati a valutare la carriera pregressa dello studente e l’eventuale diniego deve essere sempre motivato e trasparente".

Questa, però, sembra essere la punta dell'iceberg. Il caso della Sapienza non è isolato e diverse Università italiane, ogni anno, non pubblicano bandi per l’accesso ad anni successivi a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, lasciando centinaia di posti scoperti mentre migliaia di studenti restano bloccati in altri corsi, con il sogno di diventare medici congelato a tempo indefinito. Per questo i legali si appellano direttamente alla ministra dell'Università, Anna Maria Bernini. "Non possiamo permettere che, in un Paese che ha urgente bisogno di nuovi medici, si continuino a ignorare norme già in vigore, danneggiando gli studenti e il sistema sanitario", sottolineano, annunciando nuove azioni collettive.

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