Pietro Orlandi: “Mi dissero che Emanuela poteva essere sotto la Casa del Jazz, dove ora si cerca Paolo Adinolfi”

Gallerie e cunicoli sotto alla Casa del Jazz, in via Cristoforo Colombo. Dopo 29 anni si scava nella parte sottostante all'immobile che, secondo gli investigatori, è appartenuto a Enrico Nicolini, cassiere della Banda della Magliana.
Dopo 29 anni di segnalazioni da parte dell'ex giudice Guglielmo Muntoni si inizia a scavare sotto alla Casa del Jazz in via Cristoforo Colombo. "Pensare che ci sia il corpo di Paolo Adinolfi, scomparso nel 1994, può essere un'ipotesi astratta, ma più concreta è sicuramente la possibilità che la Banda della Magliana utilizzasse questi spazi come covo per nascondere documenti, armi e esplosivi".
E ancora una volta, quando si parla di mistero e di possibili legami con la Banda della Magliana, torna a farsi sentire il nome di Emanuela Orlandi. "Tempo fa un magistrato mi disse che secondo alcune sue ricerche il corpo di mia sorella si sarebbe potuto trovare lì – ha detto il fratello della quindicenne scomparsa dal Vaticano, Pietro Orlandi, all'agenzia LaPresse – Ne era abbastanza convinto. Quando ho letto la notizia del ritrovamento ci ho ripensato subito".
L'avvocata della famiglia Orlandi: "Riferimenti quantomeno suggestivi"
Raggiunta da Fanpage.it, l'avvocata della famiglia Orlandi Laura Sgrò conferma quanto fu detto a Pietro: "È vero: gli fu nominata la Casa del Jazz – spiega – Ma insieme a mille altri luoghi in cui sarebbe sepolta la sorella. Perciò è chiaro che siamo nell’ambito delle suggestioni".
Poi aggiunge: "Gli approfondimenti in relazione alla scomparsa del giudice Adinolfi sono necessari, la sua famiglia cerca verità e giustizia da 31 anni". Sul caso specifico di Emanuela Orlandi aggiunge: "Sicuramente ogni riferimento a Emanuela è quantomeno suggestivo. Anche se alcuni elementi emersi durante la seconda inchiesta sulla sua scomparsa hanno familiarità con il luogo in cui si scava adesso. A nostro avviso si sarebbe dovuto approfondire di più già da tempo", sottolinea.

La Casa del Jazz fra i covi della Banda della Magliana: tutte le ipotesi
Che l'immobile che oggi ospita la Casa del Jazz in passato possa essere stato uno dei covi della Banda della Magliana potrebbe non essere un'ipotesi azzardata. Secondo le indagini, infatti, sarebbe stato uno dei centri adoperati dalla malavita romana negli ultimi decenni del Novecento. Riconducibile a Enrico Nicoletti, cassiere della Banda, è diventato centro culturale soltanto dopo la confisca. Sotto all'immobile, però, ci sarebbero diverse gallerie e cunicoli. Spazi che ricorderebbero, come visto nello scorso agosto, i sotterranei che da via Alessandro Pignatelli portano all'ospedale San Camillo e in cui sono state ritrovate delle ossa che si sono rivelate appartenere a un uomo di età adulta (non ancora identificato, ndr).

Non è chiaro quanti fossero i covi utilizzati dalla banda: "C'era chi diceva che veniva utilizzata la roulotte di Franco Giuseppucci al Gianicolo, chi le tombe del Verano o la Basilica di Sant'Apollinare", aveva dichiarato la scorsa estate Pietro Orlandi a Fanpage.it. Spesso si è trattato di leggende metropolitane, in altri casi si tratta di luoghi che verosimilmente potrebbero essere stati utilizzati come nascondigli.