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Picchia e violenta la fidanzata 14enne incinta per convincerla a non abortire: arrestato 17enne

Picchiata, violentata e segregata. Le avrebbe spento anche delle sigarette sul corpo. Adesso il ragazzo è accusato di stalking, violenza sessuale e lesioni.
A cura di Beatrice Tominic
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L'avrebbe minacciata e perseguitata per convincerla a non abortire. Poi picchiata e violentata, le avrebbe spento anche delle sigarette addosso: violenze che sarebbero state riprese con il telefonino e poi condivise nelle chat di gruppo con gli amici. Protagonisti di questa vicenda sono due adolescenti alla prima storia amorosa: in breve tempo, però, la loro è diventata una relazione tossica e, secondo i racconti della protagonista, estremamente violenta. Il loro rapporto si è concluso (almeno per ora) lo scorso 14 agosto con l'arresto del 17enne, accusato dalla procura dei minori di stalking, violenza sessuale e lesioni. Adesso spetterà ai carabinieri fare chiarezza su quanto accaduto. Nel frattempo il legale che sta studiando il caso, l'avvocato Guido Pascucci, ha espresso alcuni dubbi sulla vicenda: dai racconti della ragazzina emergono diverse incongruenze.

La relazione

I due giovani, una 13enne che abita nella zona nord di Roma e un ragazzo di 16 anni, si sono conosciuti un anno fa, grazie ad amici comuni. In breve tempo, la loro relazione è cresciuta: hanno iniziato a scambiarsi messaggi e video hot e ad immortalarsi in momenti intimi. A qualche mese dalla relazione la ragazza è rimasta incinta. Lui si è dimostrato immediatamente disponibile ad assumersi le proprie responsabilità, ma i genitori della ragazzina, già contrari alla relazione fra i due, dopo discussioni feroci anche con la madre del ragazzo, hanno convinto la figlia ad abortire. Per un periodo la coppia di adolescenti ha interrotto bruscamente ogni rapporto.

Ma i due si sono riavvicinati. Anche stavolta la ragazza, che ormai ha compiuto 14 anni, è rimasta incinta poco tempo dopo. Fin da subito è sembrata decisa ad abortire. Il 17enne, però, si sarebbe dimostrato disposto a tutto per impedirlo.

Le violenze e l'arresto

Il ragazzo da quel momento avrebbe cambiato atteggiamento, iniziando a perseguitare la ragazza con telefonate, minacce e percosse. Secondo i racconti della 14enne le avrebbe spento sigarette addosso, segregandola e violentandola davanti alla videocamera del telefonino. Video che, come quelli girati nei momenti di intimità, finivano immediatamente nelle chat, come ha spiegato a Fanpage.it il legale che si sta occupando del caso, l'avvocato Guido Pascucci: "I video, con immagini esplicite, erano condivisi fra gli amici della coppia, come se la vita dei due ragazzini fosse un reality show". Dai racconti la ragazza, inoltre, ha aggiunto che sarebbe stata obbligata dal ragazzo a girare quel genere di video, non una sua scelta.

A seguito dei racconti della figlia, i genitori della 14enne hanno sporto denuncia contro il ragazzo che, il 12 agosto scorso, è stato arrestato. Nel giorno successivo al Ferragosto i due si sono incontrati di nuovo, stavolta in tribunale: adesso il 17enne si trova in una casa educativa a Frosinone, in attesa che le indagini facciano il proprio corso. Rischia pene di almeno 2 o 3 anni. Anche contro la coppia di adulti, però, sarebbe stata sporta denuncia: secondo quanto dichiarato, i due si sarebbero recati a casa del giovane, minacciando e picchiando sua madre. Da parte degli inquirenti, che stanno procedendo con le indagini sul caso, resta la massima riservatezza.

Le indagini in corso

A portare alla ribalta il caso è stato, invece, il legale del giovane, l'avvocato Guido Pascucci, che non ha nascosto le sue perplessità: "Ci sono due incongruenze nei racconti della ragazza: la prima riguarda lo stalking e la seconda i referti presentati alle forze dell'ordine – ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato – La ragazzina era in possesso delle password per accedere ai profili social del ragazzo: non si può escludere che sia stata lei ad inviare le minacce, verso se stessa e alla propria madre, fingendosi il ragazzo. In alcune occasioni, ad esempio, nella conversazione si notano veri e propri litigi in cui entrambe le parti discutono accedendo dallo stesso profilo. Per fare chiarezza è stata richiesta anche la consulenza di un perito informatico", ha spiegato.

"Ho notato delle incongruenze anche sui referti medici: nei certificati, in cui si attesta la presenza di morsi, schiaffi, percosse e tentativi di strangolamento, tutti da 15 o 20 giorni, sono riportate date in cui il ragazzo non si trovava a Roma. In quei giorni il ragazzo risulta essere ad Udine, dove vive uno dei due fratelli". Ed è lì che potrebbe svolgere la permanenza obbligata in casa (una sorta di arresti domiciliari per persone non ancora maggiorenni), qualora il giudice dovesse confermare la restrizione. Diversamente, invece, il ragazzo rischia di rimanere in attesa del procedimento restando nella comunità in cui si trova adesso. Poi ha concluso: "Si tratta di una vicenda complicata fra due persone fragili che arrivano da tessuti familiari difficili: occorrerà fare chiarezza sul caso per il bene dei due giovani e anche del loro bambino o bambina, qualora dovesse nascere".

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