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Parla Marilena Grassadonia: dalle famiglie arcobaleno a guida dell’ufficio LGBTQI+ del Campidoglio

Marilena Grassadonia è stata nominata alla guida dell’ufficio LGBTQI+ istituito dal sindaco Roberto Gualtieri: intervistata per Fanpage.it, ha spiegato in cosa consiste il suo ruolo.
A cura di Beatrice Tominic
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Come annunciato in campagna elettorale, Roberto Gualtieri ha istituito l'ufficio LGBTQI+ di Roma Capitale: alla guida, è stata nominata Marilena Grassadonia, già presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno.

"Ci sono altre situazioni in Italia di uffici del genere, ad esempio a Torino, che si occupa dei temi, diritti e riconoscimento della dignità delle persone LGBTQI+ da parecchi anni. Ci sono amministrazioni più sensibili su questo tema e come Roma ci vogliamo assolutamente porre su questa linea", ha dichiarato Marilena Grassadonia intervistata da Fanpage.it.  "Quindi sarà un ufficio che porterà avanti politiche molto chiare, molto semplici, molto nette – ha detto, spiegando il ruolo che avrà questo nuovo ufficio nella capitale – L'ufficio avrà il compito di aprire le porte della città e del Campidoglio alla comunità LGBTQI+ che è stata per troppo tempo non ascoltata, non ricevuta, non accolta."

Le critiche

Per la scelta di istituire un ufficio LGBTQI+, il sindaco Roberto Gualtieri è stato criticato da molti, da associazioni ultra cattoliche e politici dell'opposizione: hanno sottolineato chiaramente, infatti, che una città come Roma ha altre urgenze adesso. "Ci siamo stancati e stancate di sentirci sempre dire che c'è sempre qualcosa di più importante rispetto a quelli che sono i diritti civili e il riconoscimento delle soggettività della nostra città – risponde alle polemiche Grassadonia – Siamo stanchi e siamo stanche: i diritti civili e i diritti sociali devono camminare insieme perché fanno parte della nostra stessa persona, quindi non possiamo pensare che qualcosa sia più importante dell'altra."

Poi, tornando a spiegare la scelta di istituire l'ufficio, ha spiegato: "Questa amministrazione si è presa la responsabilità di istituire questo ufficio perché vuole assumersi una responsabilità chiara e istituzionale rispetto a questa comunità che deve essere assolutamente rispettata così come tutte le altre cittadine e cittadini di questa nostra città."

L'organizzazione del lavoro dell'ufficio

Quello LGBT+ è un tema trasversale e, per questo, il lavoro dell'ufficio verrà organizzato nei vari ambiti della vita quotidiana e cittadina: "La comunità LGBTQI+ è costituita da persone, da cittadine e da cittadini che vivono nella città, che quindi lavorano nella città, vanno a scuola nella città, portano bambini e bambine nelle scuole della città – ha spiegato Marilena Grassadonia – Lavoreremo a stretto contatto con il sindaco e l'assessora alle Pari Opportunità Monica Lucarelli, con la quale stiamo facendo un piano di lavoro molto chiaro e preciso: abbiamo una prospettiva comune e obiettivi condivisi che porteremo avanti in questi mesi, in questi anni."

Poi ha anticipato: "Ci sono delle azioni che vogliamo portare avanti in sintonia con altri assessorati. Immagino iniziative da fare sulla formazione, nelle scuole. Immagino tutta una serie di azioni da fare nei municipi, quindi anche quello di pensare di avere dei luoghi di incontro dedicati alla comunità su tutto il territorio cittadino – e poi ha aggiunto – È un ufficio molto importante, perché può essere da collettore, può lavorare in sinergia e in sintonia su tutti gli aspetti e con tutti gli assessori e le assessore della nostra giunta."

La reazione della comunità LGBTQI+ di Roma

Come ha più volte specificato Grassadonia, quello dell'ufficio sarà un lavoro collettivo della comunità. "Le richieste da parte della comunità sono tante, la richiesta più grande è quella di creare una modalità di lavoro che sia assolutamente condivisa: io credo che possiamo far fare alla nostra città un passo in avanti sulla strada dell'inclusività e dell'accoglienza reale solo se ci impegniamo in maniera collettiva – ha spiegato – Bisogna portare avanti un impegno collettivo, le istituzioni da una parte, insieme alla realtà LGBTQI+, che esistono nella nostre città e che hanno fatto in questi anni un lavoro enorme sia dal punto di vista politico che dal punto di vista sociale."

L'ufficio si propone come punto di unione: "A volte si dice che la gente è molto più avanti della politica sul tema dei diritti, allora noi come istituzioni ci mettiamo a disposizione per lavorare insieme alla comunità per capire insieme quali sono gli obiettivi da raggiungere e anche le priorità di quegli obiettivi, stiamo già lavorando in questo senso."

Bambino discriminato perché figlio di due mamme

È accaduto poco più di una decina di giorni fa: il Campidoglio si è rifiutato di trascrivere l'atto di nascita di un bambino, perché figlio di due madri. Nell'atto di nascita, infatti, è stato scritto soltanto il nome della donna che lo ha partorito. Come evitare che accadano situazioni di questo tipo? "È arrivato il momento e siamo davvero fuori tempo massimo, perché ci sia una legislazione nazionale chiara su questi temi. Non possiamo aspettare giudici, sindaci o sindache che interpreti determinate cose in uno modo o in un altro – ha spiegato Grassadonia – Sicuramente Roma Capitale farà la sua parte sostenendo questa richiesta."

Poi, prima di chiudere ha ricordato: "A volta la politica nazionale sembra distante, ma la politica di prossimità è quella più importante perché può davvero guardare ai bisogni delle persone."

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