Paga 15mila euro per far picchiare l’uomo che aveva molestato la figlia: ma poi gli estorcono 37mila euro

Si facevano pagare per "mediare fra le parti" e "risolvere problemi", usando minacce e metodi violenti. Succedeva, però, che li stessi metodi li usassero anche nei confronti dei clienti, a cui facevano richieste di denaro sempre più elevate. All’alba di martedì 16 dicembre, nella periferia est di Roma, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro uomini, accusati a vario titolo di estorsione aggravata in concorso: tre sono stati portati in carcere, il quarto posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Servizio di mediazione con metodo violento
L’inchiesta della procura di Velletri nasce da una denuncia presentata ai Carabinieri della stazione di Colonna e si è sviluppata tra giugno e settembre 2025. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli indagati si proponevano come "risolutori" di controversie private, offrendo una sorta di servizio di mediazione ottenuto però attraverso intimidazioni e metodi violenti. Tutto ciò dietro lauto pagamento.
A denunciarli, però, è stato un vecchio cliente, che li aveva contattati per "mediare" con un altro uomo, che avrebbe molestato e picchiato la figlia. Il servizio, portato a termine con l'uso di minacce violente, è costato al padre della ragazza ben 15mila euro.
L'estorsione a un cliente per una "brutta figura"
Successivamente, però, lo stesso uomo sarebbe diventato vittima di un'ulteriore estorsione. La richiesta di denaro sarebbe maturata dopo un incontro, avvenuto con un pretesto, all’interno di un esercizio commerciale a Valle Martella. In quell’occasione, secondo l’accusa, gli indagati avrebbero fatto apprezzamenti sulla figlia dell’uomo, scatenando la sua reazione. Li avrebbe prima spinti e poi minacciati di colpirli col calcio di una pistola.
Poco dopo lo scontro, gli indagati gli avrebbero chiesto altri 37.500 euro, sostenendo che la somma fosse necessaria a risarcire la "brutta figura" fatta in pubblico e un incidente stradale che, a loro dire, sarebbe stato causato dallo stato di rabbia seguito a quell’episodio.
Attraverso intercettazioni, servizi di osservazione e pedinamenti, i militari hanno raccolto gravi indizi a carico dei quattro uomini, già noti alle forze dell’ordine, attivi tra la periferia est della Capitale e il comune di Zagarolo.