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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, Gabriele Bianchi scrive un libro: “La verità che nessuno vuole accettare”

Gabriele Bianchi è stato condannato in via definitiva a 28 anni di carcere per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro. Suo fratello Marco è stato condannato all’ergastolo.
A cura di Enrico Tata
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Gabriele Bianchi ha scritto un libro dal titolo ‘La verità che nessuno vuole accettare'. È stato condannato a 28 anni di carcere per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro. Suo fratello Marco è stato condannato in via definitiva all'ergastolo. 

Il libro, settanta pagine, è stato scritto nel carcere romano di Rebibbia e inizia così, secondo quanto riportato dall'agenzia AdnKronos: "Sono Gabriele Bianchi, uno dei fratelli Bianchi, carcerato da quasi 5 anni, condannato per un crimine che non ho commesso. Solo leggendo il mio libro capirai che pochi secondi possono cambiarti la vita per sempre. E che un innocente può finire all'inferno senza aver peccato…".

Secondo Bianchi il suo processo è stato un processo "mediatico, con un esito già scritto". Sostiene di essere "un innocente che l'opinione pubblica ha condannato prima che potesse uscire la verità. Una verità che urlo a gran voce da quasi 5 anni. Non sono un assassino senza cuore, un mostro senza anima che ha pestato a morte un ragazzo. Io non ho ucciso nessuno".

Condannato all'ergastolo in primo grado insieme a suo fratello, nel secondo processo d'appello i giudici hanno riconosciuto per lui le attenuanti generiche. La sentenza della Corte d'Assise d'Appello aveva invece concesso ad entrambi i fratelli le attenuanti generiche. In seguito la procura ha fatto ricorso in Cassazione, e i giudici della Corte suprema hanno stabilito che la motivazione dei giudici d'appello non era convincente. Nel processo d'appello bis, i giudici hanno confermato solo per Gabiele la concessione delle attenuanti generiche, considerate equivalenti all'aggravante contestata, cioè quella dei futili motivi.

Gabriele Bianchi ha sempre negato di aver colpito Willy. "Voglio pagare per le mie colpe, ma non l'ho colpito. Preferisco morire in carcere piuttosto che dire di averlo colpito. sono addolorato per la famiglia di Willy ma non posso dire una cosa che non ho fatto. Io Willy non l’ho toccato e continuerò a dirlo per l’ eternità".

Nel corso della sua requisitoria al processo d'appello bis, il procuratore generale ha sottolineato che la "morte di Willy è un evento indecente sia nelle modalità in cui è avvenuta sia per i motivi". Un pestaggio definito "brutale", durato cinquanta secondi. I fratelli Bianchi hanno avuto "un ruolo preponderante con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi".

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